Prof colpita da pallini ad aria compressa: la decisione dei pm
La prof colpita da pallini di gomma sparati da una pistola ad aria compressa durante una lezione denunciò tutta la classe: ecco la decisione dei pm
Era l’11 ottobre 2022 quando, in una scuola superiore di Rovigo, una prof veniva colpita da dei pallini di gomma sparati da una pistola ad aria compressa durante la lezione. L’episodio venne ripreso con il cellulare e postato sui social. L’insegnante aveva poi denunciato tutta la classe: ecco la decisione dei pm.
La procura archivia l’inchiesta
Deridere un’insegnante che in classe viene colpita con pallini sparati da una pistola ad aria compressa non è un fatto penalmente rilevante. È quanto deciso dalla Procura dei Minori di Venezia, che ha chiesto di archiviare l’inchiesta aperta nei confronti dei 21 studenti dell’Itis Viola di Rovigo che avevano assistito alla scena senza muovere un dito.
L’11 ottobre 2022, come si legge su ‘Il Corriere della Sera’, uno studente, allora 14enne, ha puntato una pistola ad aria compressa sulla docente di scienze che stava spiegando in classe e le ha sparato dei pallini di gomma, che l’hanno colpita sulla testa. Tutti gli studenti hanno iniziato a ridere. Dopo aver chiesto “chi è stato” e non ricevendo alcuna risposta, la prof ha tentato di riprendere la lezione. Ed ecco che è partita un’altra raffica di pallini, uno dei quali l’ha colpita su un occhio. La vicenda è stata ripresa con il cellulare da un altro studente, che ha poi confermato che era tutto organizzato. In pochissimo tempo il video è finito sui social, diventando virale.
La professoressa ha così deciso di denunciare tutta la classe, 21 studenti, senza distinzioni: “Nessuno mi ha difesa, ridevano a basta”. Il reato ipotizzato era quello di oltraggio a pubblico ufficiale. Ma per la procura nell’atteggiamento tenuto dalla classe non c’è nulla di penalmente rilevante.
Resta comunque aperto il procedimento nei confronti di 3 studenti: quello che ha sparato, quello che ha ripreso la scena con il cellulare, e quello che subito dopo ha fatto “sparire” la pistola.
Il commento della prof
“Era l’occasione per lanciare un segnale importante a tutta la comunità scolastica, invece si preferisce soprassedere — hanno commentato gli avvocati della professoressa —. È come se non difendere la loro insegnante, deriderla, e poi tentare di coprire i colpevoli, non avesse contribuito a quel vergognoso agguato”.
Mentre la docente si è detta “delusa” per l’archiviazione. “L’unica consolazione è che, probabilmente, prima o poi almeno i principali autori dovranno rispondere di quel che mi hanno fatto. Ma la lentezza della giustizia è snervante”.
Sul caso era anche intervenuto Valditara
Al termine dell’anno scolastico 2022-2023, gli studenti coinvolti nella vicenda risultavano tutti promossi, e il ragazzo che aveva sparato aveva ottenuto 9 in condotta. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che aveva definito la valutazione “diseducativa”, era intervenuto direttamente chiedendo ai docenti di riconvocare il consiglio di classe e abbassare il voto in condotta a 7.
In quell’occasione, l’insegnante vittima della vicenda, che nel frattempo aveva cambiato classe, aveva così commentato la promozione degli studenti: “Mi sembra una mancanza di considerazione della mia persona”, aveva dichiarato in un’intervista rilasciata il giugno scorso a ‘Il Corriere della Sera’. “Un atto grave, – aveva proseguito – trasformato in un ‘gioco’ e adesso sminuito ulteriormente con la promozione. Quel giorno mi ha salvato la mascherina, potevo perdere l’occhio, ma chi è vittima è vittima, il sistema scuola non ti salva”.
La professoressa credeva che gli studenti venissero bocciati: “Sì, me lo aspettavo. O comunque mi aspettavo che la scuola sottolineasse la gravità del fatto accaduto con voti bassi in condotta”. E invece “hanno fatto incontri con lo psicologo e basta”. “Non capisco perché dobbiamo essere sempre noi insegnanti a pagare o ad essere colpevolizzati”, aveva aggiunto la docente.
“Io so che un episodio così può rovinare la carriera di un insegnante, mentre i ragazzi vengono aiutati. Quello che noi docenti subiamo e paghiamo è sempre maggiore come danno”, aveva concluso la professoressa.