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Spartito Fonte foto: iStock

Prof porta spartito di "Faccetta nera" in classe: caso ad Ariano

Il prof di musica di una scuola media ha portato in classe lo spartito di "Faccetta nera" alla vigilia del 25 aprile: il caso scoppiato ad Ariano

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il prof di musica di una scuola media di Ariano Irpino, nella provincia di Avellino, ha portato in classe ai suoi alunni lo spartito ed il testo dell’inno fascista ‘Faccetta nera‘ ed è scoppiato il caso. Ecco cosa è successo.

Prof porta ‘Faccetta nera’ in classe e scoppia il caso

Un’insegnante di educazione musicale della scuola media Aurelio Cavotti dell’Istituto comprensivo Don Milani ha portato in classe lo spartito di ‘Faccetta nera’, la canzone scritta da Renato Micheli e musicata da Mario Ruccione nell’aprile del 1935 in occasione della conquista dell’Etiopia, e lo ha dato ai propri studenti.

Il tutto, come racconta ‘Il Mattino’, è successo alla vigilia del 25 aprile, in cui ricorre la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. A denunciare l’accaduto sono state le famiglie degli alunni, che sono rimaste sconcertate dalla ‘lezione’ proposta dal docente e hanno raccontato il fatto al preside. “Come si può – hanno detto alcuni genitori – maneggiare con studenti delle scuole medie fatti ed epoche della storia del nostro Paese che sono semplicemente motivo di vergogna?”.

Il dirigente scolastico, Marco De Prospo, ha così inviato una lettera di diffida all’insegnante di musica, ribadendo che, come riportato da ‘Il Mattino’, “il programma per la Festa della Liberazione prevede ben altro” e soprattutto “la celebrazione di una ricorrenza riconosciuta da tutti e che vuole essere l’esatto contrario del fascismo e del nazismo“.

La versione dei fatti, però, non è univoca, come sottolineato dal quotidiano napoletano. Ecco cosa hanno detto il preside, da una parte, ed il professore di musica dall’altra.

La versione del preside del “caso faccetta nera” a Ariano

“Il docente in questione – ha spiegato il dirigente scolastico De Prospo, come riportato da ‘Il Mattino’ – è all’ultimo anno di servizio e ha una modalità tutta propria di operare. Probabilmente pensava di essere provocatorio o originale”.

Il preside ha sottolineato che l’insegnante in questione “non è un simpatizzante del fascismo, voleva forse essere sui generis”, ma “resta ferma la condanna da parte nostra”. E ha aggiunto: “Da dirigente gli ho notificato un provvedimento disciplinare di censura e abbiamo informato le classi e i genitori dell’accaduto”.

Il programma della Festa della Liberazione, ha assicurato il preside De Prospo, “è stato regolarmente predisposto secondo le indicazioni ministeriali e oggi sarà celebrato in tutte le classi con il coinvolgimento di studenti e genitori”.

Le parole del prof di musica che ha portato lo spartito di ‘Faccetta nera’ in classe

Ben diversa è stata la spiegazione proposta dall’insegnante di musica, come si legge su ‘Il Mattino’. “Non ho mai immaginato che si potesse utilizzare la canzone ‘Faccetta nera’ per ricordare il 25 aprile – ha specificato -. Si tratta solamente di un grossolano equivoco. Di una contraddizione”.

“Alcuni studenti – ha raccontato il prof – mi hanno chiesto lo spartito della canzone e io l’ho ricavato da internet. Un’operazione che può fare chiunque. Così come ho ricavato in altri tempi per gli studenti lo spartito di altre canzoni, come ‘Bella ciao’. Non ho provato in classe la canzone, né imposto ad alcuni di suonarla. E mai per il 25 aprile”.

E ha continuato: “Un genitore è venuto da me per rimproverarmi per quanto accaduto, ma io ho spiegato come si è verificata la vicenda nei minimi particolari, ricevendo praticamente le scuse”. Ma “il caso era già scoppiato – ancora il docente -, e nessuno ha fatto in tempo a mettere le cose in chiaro”. “A me non interessava affatto far apprendere ‘Faccetta nera’ nelle scuole – ha puntualizzato il prof -. Piuttosto, abbiamo discusso di ritmi e modalità di esecuzione di alcune canzoni famose, non di altro”. Nessun riferimento alla politica, dunque, né alla “adesione a qualche sistema politico”.

“Non capisco perché ci sia questo accanimento nei miei confronti”, ha concluso l’insegnante di musica, che è sicuro che tutto sarà chiarito nella lettera di risposta alla censura ricevuta.