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Università Fonte foto: iStock

Quanto costa mantenere un figlio fuori sede all'università

Tra affitti per le stanze sempre più cari e tasse in aumento in molti atenei, ecco quanto costa mantenere un figlio fuori sede all'università

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Andare all’università costa, e la cifra sale di molto per gli studenti che non abitano abitualmente nella città in cui decidono di andare a studiare. Quanto costa mantenere un figlio fuori sede all’università.

La cifra

Con la riapertura delle università si torna a discutere sui costi legati all’istruzione terziaria. I prezzi degli affitti sono i crescita e l’aumento delle tasse universitarie ha riguardato numerosi atenei. Dunque, le spese per mandare i propri figli a studiare fuori incidono sempre di più sul budget familiare.

In assenza di una borsa di studio, mandare un figlio all’università costa almeno 19mila euro all’anno. A dirlo è ‘la Repubblica’, che ha riportato un’indagine di Kruk Italia, che da anni si occupa della filiera del credito.

Giusy Minutoli, regional manager di Kruk Italia, ha spiegato che il gruppo ha deciso di svolgere una ricerca sugli studenti fuori sede “perché, operando su diversi mercati, ci siamo accorti che in Italia la cultura del ‘risparmiare per il college dei figli’ è una pratica non così comune come in altri Paesi”. Una ‘cultura’ molto sentita in altre parti del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, che però in Italia ha ancora difficoltà ad attecchire.

Università: quando si inizia a risparmiare in Italia

Per questo Kruk ha chiesto a coloro che hanno partecipato allo studio se fossero consapevoli dell’opportunità di studiare in un’altra città per i propri figli. Il 95% ha risposto di sì, ma solo l’11% ha detto di aver cominciato a risparmiare prima per questo investimento (l’8% ha iniziato dalla prima infanzia, il 3% dall’adolescenza).

Nonostante solo l’11% del campione abbia risposto di risparmiare soldi in anticipo per mandare i figli all’università, ben il 60% degli intervistati ha dichiarato di essere pronto a fare delle rinunce per permettere loro di studiare da fuori sede perché lo ritiene un investimento necessario per assicurargli un buon futuro.

Le rinunce delle famiglie

In media (spese universitarie escluse), la maggior parte degli intervistati (42%) ha detto di spendere tra i 700 e i 1.000 euro al mese per i figli. Il 34% ha parlato di una cifra compresa tra i 1.000 ed 1.500 euro, mentre il 24% di una spesa che supera i 1.500 euro.

Per quanto riguarda le spese legate agli studi universitari dei figli in un’altra città, nella top 3 delle più salate ci sono:

  • l’affitto di un alloggio, camera o appartamento;
  • la retta universitaria;
  • i pasti.

“Questi dati – ha proseguito Minutoli – ci mostrano che il campione si rende conto dell’opportunità di far studiare i figli fuori sede come investimento per il loro futuro e la consapevolezza dei costi e della necessità di risparmiare, ma ancora questa pratica non corrisponde poi ai fatti”.

Infatti, secondo i dati di Kruk Italia, la maggior parte delle famiglie che hanno affermato di essere pronte a risparmiare per mandare i propri figli a studiare in un’altra città sono disposte a rinunciare a spese che incidono poco nei risparmi, come cene ed eventi mondani (63%) e lo shopping (55%). Mentre rinunce a spese più significative, come l’acquisto di una seconda casa o la ristrutturazione della propria abitazione, sono state citate rispettivamente dal 50% e solo l’11% del campione.