Università, dove si pagano più tasse: la regione più cara
Quelle d'Italia sono tra le università europee dove si pagano più tasse: qual è la regione più cara e quanto si spende in media per studiare
Le tasse all’università rappresentano un onere non da poco per studenti e famiglie. Anche se in molti atenei è stata ampliata la no tax area, ovvero il numero di universitari esentati dal pagamento, l’Italia continua a essere uno dei Paesi europei dove si pagano più tasse. Ecco qual è la regione più cara.
- Le tasse universitarie in Italia e la regione più cara
- Divario tra Nord e Sud
- Le differenze con i paesi europei
Le tasse universitarie in Italia e la regione più cara
Le università italiane sono tra le più care d’Europa nonostante negli ultimi anni si è assistito, in generale, ad un calo della contribuzione media degli atenei statali. Come riportato da ‘Il Giorno’, si scende dai 936 euro dell’anno accademico 2020-2021 ai 914 del 2022-2023 per la media, mentre per la contribuzione media dei soli paganti (esclusa quindi la fascia della no tax area) si passa da 1.443 a 1.452 euro.
In Lombardia, però, le cifre sono più alte. Guardando solo alle università pubbliche, la media è di 1.261 euro all’anno di tasse, che sale a 1.850 se si comprendono solo i paganti. Se si considera tutto il panorama dell’offerta universitaria lombarda, dunque anche gli atenei privati e i telematici, la media sale a 4.715 euro (5.366 tra i paganti).
In base all’indagine condotta lo scorso giugno dall’Unione degli universitari (Udu), tra i 5 atenei (su 63 analizzati) più cari d’Italia, 3 sono in Lombardia. Al primo posto c’è l’Università degli Studi dell’Isubria, dove la tassa media degli iscritti all’anno 2022-2023 è 1.584 euro, cifra che cresce a 2.259 euro se si escludono gli studenti esentati. In seconda posizione troviamo il Politecnico di Milano (rispettivamente 1.877 e 2.485 euro), in quinta l’Università Statale di Milano (1.200 e 1.819 euro). Al terzo e quarto posto si posizionano le università veneziane IUAV (1.496 e 2.100 euro) e Ca’ Foscari (1.269 e 1.657 euro).
Tra gli altri atenei lombardi troviamo:
- in 12esima posizione l’Università di Pavia (media iscritti 1.195 euro, media paganti 2.020 euro);
- al 13esimo posto l’Università di Brescia (1.127 euro e 1.568 euro);
- 15esima l’Università Milano Bicocca (rispettivamente 1.155 euro e 1.623 euro);
- al 42esimo posto l’Università di Bergamo (media 694 euro, media pagati 1.178 euro).
Divario tra Nord e Sud
In generale, il report di Udu ha evidenziato che tra gli atenei italiani si riscontrano divari territoriali significativi nella tassazione media. Le università del Nord Italia “tendono a ottenere un gettito estremamente più elevato rispetto a quelle del Sud, aggravando ulteriormente le disuguaglianze regionali”, hanno spiegato dall’organizzazione studentesca.
Si passa da una tassa media per iscritto pari a 400-500 euro per Sassari, Foggia, Napoli Orientale e Calabria, fino ad un massimo di 1.400-1.600 euro – come detto – per Insubria, Politecnico di Milano e i 2 atenei di Venezia.
Le differenze con i paesi europei
Il rapporto di Udu prosegue con un confronto della tassazione universitaria nei diversi paesi europei, sottolineando che quella italiana è tra le “più alte” d’Europa. Se in Germania non ci sono tasse universitarie, ma solo contributi semestrali tra i 100 ed i 350 euro che includono anche i trasporti pubblici, in Francia vanno dai 170 euro per una laurea triennale ai 380 euro per un dottorato.
In Spagna i costi variano molto, e salgono: una laurea triennale può costare tra 150 ed i 3.500 euro all’anno, mentre un master tra i 300 ed i 3.500 euro a seconda dei crediti dello studente.
In Svezia, Danimarca e Finlandia, laurea e master sono gratuiti. Nel Regno Unito, le tasse possono arrivare fino a 9.250 sterline (10.880 euro) in Inghilterra, mentre in Scozia gli studi universitari sono gratuiti per gli studenti locali. Nei Paesi Bassi, le tasse vanno dai 700 ai 2.100 euro all’anno.
“Complessivamente – hanno spiegato da Udu -, l’Italia si colloca tra i paesi con la tassazione universitaria più alta, insieme a Paesi Bassi e Spagna, ma con sistemi di diritto allo studio meno efficaci. Gli interventi degli ultimi anni hanno migliorato la situazione italiana – hanno continuato -, ma la tassazione media per i paganti è aumentata, ed i costi per i master restano particolarmente elevati senza agevolazioni significative”.