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Schettini sull'educazione sessuale a scuola: "Ma siamo fuori?"

Lo sfogo del celebre prof Vincenzo Schettini sull'educazione sessuale e affettiva a scuola nel suo ultimo video intitolato "Ma siamo fuori?"

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

“Ma siamo fuori?”. Si intitola così l’ultimo video di Vincenzo Schettini, pubblicato sul suo canale YouTube La fisica che ci piace, in cui ha affrontato il tema dell’educazione sessuale a scuola. Nel suo intervento, il prof non ha risparmiato critiche nei confronti del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Schettini contro Valditara sull’educazione sessuale a scuola: “Ma siamo fuori?”

Continuano le polemiche sull’educazione sessuo-affettiva a scuola. Questa volta a prendere posizione è Vincenzo Schettini, il celebre prof de La fisica che ci piace. Nel suo ultimo video YouTube intitolato “Ma siamo fuori?”, l’insegnante ha criticato le parole di Giuseppe Valditara a SkyTg24, quando ha affermato che “le teorie sull’identità e fluidità di genere” sono “complesse” e “rischiano di creare confusione“. Per questo, il ministro ha precisato che potranno essere affrontate nell’ambito dell’educazione sessuale solo alle superiori previo consenso delle famiglie.

Io vorrei sapere, ministro, che tipo di confusione si dovrebbe creare nella testa di un ragazzo. Comporterebbe forse condizionare i ragazzi a diventare omosessuali se sentono parlare di omosessualità? Transessuali se sentono parlare di transessualità? Bisessuali se sentono parlare di bisessualità? Questo è un peccato, e mi dispiace che si debba ancora discutere di queste cose nel 2025“, ha commentato Schettini nel suo video.

L’insegnante ha poi parlato della sua esperienza personale: “Se quando io ero studente ci fosse stato un insegnante che avesse parlato di omosessualità a scuola in maniera garbata, senza dover dire chissà quali grandi cose, io mi sarei sentito meno solo“.

Cosa farebbe prof Schettini per parlare di educazione sessuale a scuola

Prof Schettini ha proseguito: “Perché si dovrebbe immaginare questo argomento come qualcosa che genera confusione? Perché non dovremmo parlarne a scuola? Anzi, perché non dovremmo essere liberi, come insegnanti, di decidere noi come affrontare questi discorsi con i ragazzi?”.

Il docente ha spiegato che in classe lui eviterebbe di affrontare la questione riproduttiva e le differenze fisiche tra maschi e femmine, “che mi sembrano cose da bambini, da asilo”. Al contrario, “comincerei a parlare con i ragazzi, già alle medie, dell’amore. Dell’amore, dell’amare una persona, dell’innamorarsi”, ha affermato.

Secondo lui, già alle medie si dovrebbe parlare di emozioni, di relazioni, di attrazione, senza paura e senza tabù: “Direi ai miei studenti, e lo dico ai miei studenti, che incontreranno una persona che farà battere loro il cuore. Quella persona potrà essere un ragazzo o una ragazza, non importa. Ma vi batterà il cuore, e quando sentirete quel cuore battere, non dovrete avere paura di quel sentimento. Che sia per una persona di sesso opposto o dello stesso sesso, non importa. Non dovrete avere paura di affrontare quell’amore”.

Il docente ha poi rivolto un appello a Valditara: “Fidiamoci, ministro, una volta per tutte, di chi è in cattedra, di noi insegnanti. Siamo persone, siamo professionisti. Saremo pure capaci di parlare ai nostri studenti. Saremo anche capaci di trovare un nostro percorso nel raccontare queste cose ai ragazzi, che non sono stupidi, che non sono privi di informazioni, che vedono un sacco di cose sui telefonini, che sentono tante cose, che vivono tanti disagi”.

Vincenzo Schettini ha concluso: “Sentire quei ragazzi parlare, e per quei ragazzi sentire parlare un insegnante, sarebbe importantissimo. E, soprattutto, sentirlo parlare in maniera libera, senza dover seguire uno schema”.