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Scuole superiori Fonte foto: iStock

Scuole superiori, diploma in 4 anni in Italia: la proposta

La proposta di Azione per ottenere il diploma in 4 anni: perché ridurre la durata delle scuole superiori in Italia è "un'urgenza" secondo il partito

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ridurre la durata delle scuole superiori in Italia per ottenere il diploma in 4 anni invece che in 5: è la proposta di ‘Azione’, il partito guidato da Carlo Calenda. A spiegare la necessità di una riforma in tal senso è stata la deputata Valentina Grippo in un’intervista. Ecco cosa ha detto.

Diploma in 4 anni: perché è “un’urgenza” per Azione

Sosteniamo la riduzione complessiva del percorso scolastico con percorsi quadriennali, permettendo ai giovani di accedere al mondo del lavoro più rapidamente“. A parlare è Valentina Grippo, vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera. La deputata, esponente di ‘Azione’, ha raccontato le proposte del partito guidato da Carlo Calenda per riformare la scuola in una lunga intervista rilasciata a ‘Il Riformista’.

“I nostri giovani – ha proseguito l’onorevole – vanno via di casa più tardi rispetto agli altri giovani europei, a 30 anni. E il primo giorno di lavoro avviene più tardi: 24 anni per gli uomini e 26 per le donne. È il peggior dato europeo – ha specificato Grippo – con un gender gap significativo”.

Per questo, ha aggiunto, “ridurre di un anno la durata complessiva della scuola, con percorsi quadriennali, diventa ormai un’urgenza“.

Scuole aperte anche in estate

Per Azione, la riduzione del tempo scolastico non deve riguardare solo la durata delle superiori, ma anche quella annuale per tutte le scuole. “È importante intervenire sul calendario scolastico – ha affermato Grippo -. L’Italia è uno dei paesi con le vacanze estive più lunghe, anche se purtroppo un terzo dei ragazzi non va in vacanza”.

Così “molti di loro rimangono preda della solitudine e dei social media in questi mesi di vuoto – ha continuato la deputata -. Bisognerebbe prevedere l’apertura della scuola nei giorni estivi per servizi integrativi“.

Un altro elemento centrale nelle proposte di Azione è l’incremento delle classi a tempo pieno. “Solo il 38% delle classi ha il tempo pieno. E questo è un male, perché è stata rilevata una stretta correlazione tra abbandono scolastico e mancanza del tempo pieno, che rappresenta, ovviamente, anche un utile servizio alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano”, ha puntualizzato l’onorevole Grippo.

Le altre proposte di Azione per la scuola

Tra le altre proposte di Azione riportate sui social dalla vicepresidente della commissione Cultura della Camera Valentina Grippo ci sono:

  • psicologo scolastico stabile. “Con 2 milioni di adolescenti che soffrono di disturbi mentali e 3,6 milioni di casi di disturbi alimentari, è indispensabile che tutte le scuole di primo e secondo grado dispongano di uno psicologo, prevedendo una figura professionale ogni due classi”;
  • valorizzazione dei docenti. “Ridurre gli anni necessari per gli avanzamenti salariali e rendere più veloce l’accesso a una carriera stabile, riconoscendo e premiando il merito”.
  • contrasto dell’abbandono scolastico. “Redistribuire i posti disponibili in base al calo demografico e rafforzare il personale amministrativo, mantenendo la dotazione necessaria a garantire un livello adeguato nelle scuole”.

Grippo ha sottolineato che quelli proposti dal suo partito “sono interventi utili a sostenere la scuola italiana, con emendamenti e disegni di legge che prevedono le coperture adeguate”. Solo così la scuola può sperare di tornare “al centro del villaggio” e fronteggiare le urgenze della società italiana, che per Azione sono: “denatalità, dati allarmanti su analfabetismo funzionale, un tasso di abbandono scolastico elevatissimo, basso tasso di lettura (solo il 39% degli italiani ha letto un libro quest’anno)”.