Salta al contenuto

​​ Canto XXII Inferno di Dante: stile e figure retoriche

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Il Canto XXII dell’Inferno di Dante Alighieri prosegue l’esplorazione dell’ottavo cerchio, noto come Malebolge, dove sono puniti i peccatori di frode. In particolare, questo canto si focalizza sulla quinta bolgia, riservata ai barattieri, ossia coloro che hanno abusato delle loro cariche pubbliche per ottenere vantaggi personali. La narrazione si distingue per un tono vivace e grottesco, offrendo una rappresentazione teatrale degli eventi che coinvolgono demoni e dannati.​

Canto 22 dell’Inferno: cosa succede

Dante e Virgilio, accompagnati da una schiera di dieci demoni guidati da Barbariccia, avanzano lungo la quinta bolgia, dove i barattieri sono immersi in una densa pece bollente che simboleggia la natura oscura e viscosa dei loro peccati. Durante il cammino, un dannato emerge momentaneamente dalla pece e viene immediatamente afferrato dai demoni. Virgilio interroga l’anima, che si presenta come un navarrese, noto come Ciampolo, e racconta delle sue malefatte terrene. Per sfuggire alla tortura dei demoni, Ciampolo propone di attirare altri dannati in superficie, ma, approfittando di un momento di distrazione, si tuffa nuovamente nella pece, eludendo la sorveglianza dei diavoli. Questo inganno provoca una rissa tra i demoni Alichino e Calcabrina, che finiscono anch’essi nella pece bollente, creando scompiglio. Dante e Virgilio approfittano della confusione per allontanarsi e proseguire il loro viaggio.​

I personaggi principali

Nel Canto XXII emergono diversi personaggi che contribuiscono a delineare l’atmosfera grottesca e dinamica della narrazione:​

  • Dante Alighieri: protagonista e narratore, osserva con stupore e timore le dinamiche tra demoni e dannati, offrendo al lettore una prospettiva umana e critica sugli eventi.​
  • Virgilio: guida saggia e razionale, interagisce con i demoni e i dannati, cercando di ottenere informazioni utili e mantenendo la calma in situazioni pericolose.​
  • Ciampolo di Navarra: dannato barattiere, rappresenta l’astuzia e la capacità di inganno tipiche dei peccatori di questa bolgia. La sua fuga ingannevole mette in luce la natura fraudolenta dei barattieri.​
  • I Malebranche: gruppo di dieci demoni guidati da Barbariccia, incaricati di sorvegliare e tormentare i barattieri. Tra loro spiccano Alichino e Calcabrina, la cui rivalità e imprudenza portano a situazioni comiche e caotiche.​

La struttura del canto

Il Canto XXII si distingue per una struttura narrativa dinamica e teatrale, caratterizzata da un’alternanza di dialoghi vivaci e azioni concitate. La presenza dei demoni conferisce al canto un tono ironico e grottesco, enfatizzando la bassezza morale dei barattieri e la corruzione delle istituzioni terrene. La pece bollente in cui sono immersi i dannati simboleggia la natura oscura e appiccicosa dei loro peccati, rappresentando la corruzione e l’inganno che li hanno contraddistinti in vita. La fuga astuta di Ciampolo e la conseguente rissa tra i demoni sottolineano l’inefficacia del male nel controllare se stesso, evidenziando la caoticità e l’assurdità delle dinamiche infernali.​

Le figure retoriche

Dante impiega diverse figure retoriche per arricchire la narrazione e sottolineare i temi trattati nel Canto XXII. L’uso di similitudini vivide, come il paragone tra i dannati che emergono dalla pece e i delfini che mostrano la schiena ai marinai, crea immagini potenti che aiutano il lettore a visualizzare la scena. L’ironia pervade il canto, specialmente nella rappresentazione dei demoni, i cui comportamenti goffi e litigiosi ridicolizzano la loro pretesa autorità. L’allitterazione e l’onomatopea sono utilizzate per conferire musicalità e ritmo al verso, enfatizzando l’atmosfera caotica e tumultuosa della bolgia. Infine, l’iperbole amplifica le azioni e le reazioni dei personaggi, accentuando il carattere grottesco e surreale degli eventi narrati.​

Il ruolo dei demoni e la critica alla corruzione

Il Canto XXII offre una rappresentazione dettagliata dei demoni, i Malebranche, che, con i loro nomi e comportamenti caricaturali, incarnano la corruzione e la malvagità. La loro goffaggine e litigiosità riflettono la natura caotica del male e la sua incapacità di organizzarsi in modo efficace. Attraverso la descrizione dei barattieri e delle loro pene, Dante critica aspramente la corruzione politica e l’abuso di potere, temi rilevanti sia nel contesto storico dell’autore che nella società contemporanea. La scelta di ambientare il canto in una bolgia piena di pece bollente sottolinea la natura vischiosa e oscura della corruzione, evidenziando come essa intrappoli e soffochi l’integrità morale degli individui.​

In conclusione, il Canto XXII dell’inferno si distingue per la sua vivacità narrativa, il tono grottesco e la rappresentazione caricaturale dei Malebranche, che trasformano la punizione dei barattieri in una sorta di commedia infernale. Questo contrasto tra il registro umoristico e la serietà del peccato trattato non sminuisce la gravità della frode politica, ma anzi la enfatizza, mostrando come anche i peccatori più astuti e potenti siano destinati a cadere vittime della loro stessa ingannevole natura.

Il canto riflette una profonda critica alla corruzione politica e alla gestione del potere nelle istituzioni medievali, un tema centrale nell’opera di Dante, che vede nella simonia e nel baratteria due delle piaghe più dannose per la società. La punizione dei barattieri, costretti a restare immersi nella pece bollente senza poter emergere, rappresenta simbolicamente il destino di coloro che, in vita, hanno utilizzato il proprio potere per fini personali, rimanendo intrappolati nella loro stessa corruzione.

Infine, il Canto XXII segna un passaggio importante nel viaggio di Dante, anticipando il tono sempre più cupo e severo che caratterizzerà i successivi gironi dell’inferno. Se fino a questo punto l’elemento satirico ha avuto un ruolo rilevante, nei cerchi più profondi la narrazione si farà sempre più grave, rispecchiando la progressiva discesa verso i peccati più gravi. L’incontro con i barattieri e i loro carcerieri infernali, quindi, non è solo un episodio di grande impatto visivo e narrativo, ma anche una riflessione sulla natura del peccato e sulle conseguenze ineluttabili della frode politica.