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Perché il Bosone di Higgs è chiamato “particella di Dio”?

Il Bosone di Higgs è chiamato “particella di Dio”: di cosa si tratta e perché ha questo nome molto particolare.

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Molti ricordano quando nel 2012 apparvero su tutti i giornali titoli che annunciavano: "Scoperto il Bosone di Higgs. La particella di Dio esiste davvero". Negli articoli si spiegava che al Cern di Ginevra era stata fatta una scoperta eccezionale con l’individuazione del Bosone di Higgs, l’ultima particella elementare, in grado di spiegare come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa. Era stata la scoperta del secolo grazie a un riservato fisico 35enne dell’università di Edimburgo che, a partire dal 1964, aveva intrapreso uno studio sull’antimateria con l’obiettivo di spiegare al mondo l’origine della chimica e della fisica. Ma soprattutto del perché l’universo non è una miscela informe ma un luogo pieno di stelle, pianeti e particelle che si muovono all’infinito senza incontrarsi mai.

Cos’è il Bosone di Higgs

Spiegare cosa è il bosone di Higgs non è facile. Per iniziare è importante sapere che i bosoni sono tipi di particelle responsabili delle forze. Per esempio sono bosoni il "gluone", responsabile della forza nucleare oppure il "fotone" responsabile della radiazione elettromagnetico oppure ancora il "gravitone" responsabile della trasmissione della forza di gravità. A questi tipi di bosoni si aggiunge il "bosone di Higgs" responsabile per la massa. Si tratta di una particella davvero speciale in quanto riesce a conferire il dono della sostanza a tutte le cose. La massa è una proprietà delle particelle di cui siamo fatti, atomi ma anche protoni, neutroni ed elettroni se non avessero una massa schizzerebbero nel vuoto alla velocità della luce senza avere una consistenza.

Le origini del bosone di Higgs

In fisica tantissimi quesiti sulle particelle sono relativi all’esistenza della massa inerziale, per intenderci quella riportata nella famosa formula di Einstein E = mc² (dove la "m" stava proprio per massa inerziale della particella). Fin dai primi anni Sessanta, i fisici hanno cercato di trovare una valida spiegazione alla teoria delle interazioni elettromagnetiche fornendo dei modelli in grado di determinare e misurare la massa di una particella. Ma solo con l’utilizzo dell’acceleratore del CERN tra il 1989 ed il 2000 si è riusciti gradualmente a ragionare sui bosoni e raggiungere la regione di massa in cui potenzialmente poteva trovarsi il bosone di Higgs, si è cominciato a studiare la produzione del bosone di Higgs nella collisione protone-protone e tutti i suoi differenti modi di decadere. Per catturare l’impronta del bosone di Higgs c’è voluto l’acceleratore di particelle più potente del mondo, il Large Hadron Collider (LHC), un tunnel sotterraneo di 27 chilometri che ha iniziato a scagliare protoni l’uno contro l’altro fino ad arrivare nel 2012 alla sua scoperta riuscendo così a conquistare queste particelle estremamente rare e difficilmente controllabili.

Perché il Bosone di Higgs si chiama così

Il nomignolo del Bosone di Higgs come "particella di Dio" nasce da un equivoco iniziato nel 1993. Il fisico statunitense Leon Lederman pubblicò infatti un volume intitolato: The God Particle: If the Universe Is the Answer, What Is the Question? L’appellativo iniziale era Particella maledetta, ossia Goddamn Particle per via delle difficoltà di individuazione. Ma il soprannome venne censurato dall’editore e fu sostituito con uno più aulico. Da quel momento "Particella di Dio" è entrato nel linguaggio comune per riferirsi a Bosone di Higgs.