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Perché le bottiglie di vino hanno il collo stretto?

Le bottiglie di vino hanno il collo stretto e sono sempre in vetro: una scelta che ha una motivazione ben precisa.

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Acquistato al supermercato, gustato in vineria oppure a cena a casa di amici: il vino è protagonista di molti momenti della nostra vita. Ci capita spesso di vederlo a tavola e di gustarlo, ma spesso ne sappiamo davvero poco. Ad esempio, perché le bottiglie hanno il collo stretto?

Perché le bottiglie di vino hanno il collo stretto

La bottiglia di vetro rimane un caposaldo nella storia del vino in quanto, insieme ad un tappo di alta qualità come quello di sughero, consente un invecchiamento a lungo termine e un’eccellente risultato anche a distanza di diversi anni. La parte più stretta della bottiglia è generalmente il collo che ospita l’apertura per consentire la mescita del vino. La forma particolare consente di versarlo in modo graduale nel bicchiere, senza provocare delle fuoriuscite eccessive. Non solo riduce lo scambio d’aria fra l’atmosfera e il liquido, mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche del vino. Intorno alla cima del collo inoltre si trova il cercine, una sorta di anello che veniva utilizzato in passato per ancorare il tappo alla bottiglia, sfruttando corde oppure fili di metallo. Ancora oggi consente di evitare, soprattutto nei vini frizzanti, che ci siano delle aperture accidentali a causa della pressione, fissando al meglio la gabbietta metallica.

Quando sono nate le bottiglie

Le bottiglie in vetro hanno origini antichissime: le prime tracce risalgono al I secolo d.C. in Siria quando vennero realizzati piccoli contenitori tramite la tecnica del soffio. In seguito l’utilizzo della bottiglia rimase marginale per molto tempo, poiché nei festini o a tavola si utilizzavano anfore e brocche. Con il tempo però la diffusione aumentò, soprattutto in Europa, arrivando al pieno sviluppo nel XV secolo con l’espansione dell’arte vetraria. Lo testimoniano le bottiglie di Murano del XV e XVI secolo e quelle in vetro "marmorino" con aggiunte di filigrana d’argento del XVII secolo. Sino ad arrivare, nella metà del XIX secolo, alla tecnica della colatura e pressione in stampi che rappresentano le "moderne bottiglie" presenti nelle nostre tavole.

Tipologie di bottiglie di vino

Ogni vino ha la sua bottiglia tipica che si distingue per dimensione, spessore del vetro e forma, in commercio se ne trovano molte, vediamo quali sono le principali:

  • Champagnotta – Chi non la conosce? Usata tradizionalmente per lo Champagne e per altri vini spumanti, ha una base larga e in vetro spesso. Garantisce sicurezza rispetto alla pressione dell’anidride carbonica disciolta nel contenuto (fino a 10 atmosfere), ed è tipica, per esempio,, del vino prosecco frizzante. Presenta inoltre una gabbietta metallica che trattiene il tappo;
  • Bordolese – Questa bottiglia è forse la più comune e versatile, caratterizzata da una spalla pronunciata e un corpo cilindrico, mentre il collo è relativamente corto. Impiegata nella conservazione sia di vini bianchi che vini rossi, prende il nome dalla regione del Bordeaux dove è stata usata inizialmente per poi diffondersi in tutto il mondo;
  • Albeisa – Bottiglia originaria del Piemonte, viene utilizzata soprattutto per i vini rossi di Langa quali Barolo, Barbera e Dolcetto. Generalmente è di colore marrone e deve il suo nome ai produttori albesi (di Alba) che la introdussero all’inizio del Settecento;
  • Borgognona – Si tratta della bottiglia che si usa tradizionalmente in Borgogna, ha un aspetto austero di colore verde scuro o marrone con un corpo allungato fino al collo cilindrico, inoltre non ha una spalla. Viene utilizzata per conservare sia vini bianchi che vini rossi;
  • Bottiglione – Viene utilizzata come bottiglia per la commercializzazione di vini di qualità medio-bassa oppure per l’imbottigliamento di vino casalingo e ha una capacità di circa 2 litri;
  • Pulcianella – Questa bottiglia sembra provenga da Montepulciano. In origine era un fiasco utilizzato dalle nobili famiglie per inviare il vino di Montepulciano alla Corte Pontificia;
  • Fiasco – Conosciuto soprattutto nel Lazio, è ottenuto dalla soffiatura del vetro fino a definirne la forma quasi sferica. Rivestito di paglia per proteggerlo dagli urti, viene poco utilizzato per gli alti costi di produzione;
  • Chiantigiana – La bottiglia utilizzata dai vignaioli del Chianti;
  • Renana – Originaria dell’area territoriale del Reno, in Germania, viene generalmente utilizzata per i vini bianchi data la sua forma cilindrico-conica molto allungata.