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Perché si usa la E commerciale?

In italiano, l’uso della & è strettamente legato all’attività commerciale. Insomma, del resto la chiamiamo e commerciale.

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C’è qualcosa di ipnotico nella sinuosa bellezza del carattere tipografico della e commerciale, ovvero la &. Bella da vedere, efficace a livello di vendite? Ecco cosa abbiamo scoperto su questo simbolo così utilizzato e particolare.

&, ovvero "e commerciale": quello che non sapevi

In italiano, l’uso della & è strettamente legato all’attività commerciale. Insomma, del resto la chiamiamo e commerciale. A differenza nostra, invece, gli anglofoni ne fanno un uso più diffuso, e la mettono per iscritto anche al posto della e normale, in alcuni casi particolari.

In realtà, il simbolo deriva dal latino: faceva parte infatti dell’alfabeto romano già dal I secolo avanti Cristo, tanto che i primi esempi sono stati rintracciati a Pompei e datati 70 a.C. Il significato, ovviamente, era "et": dalla relativa evoluzione in corsivo italico deriva la forma grafica della "&" attuale, come contrazione appunto di "e" con "t". Il nome inglese, per quanto curioso, la dice ancora più lunga: "ampersand", cioè "e in sé e per sé".

In altri tempi, la "&" aveva pieno diritto di cittadinanza nell’alfabeto anglosassone, ed era usualmente citata come ultima lettera. L’alfabeto inglese terminava dunque così: "X, Y, Z and per-se and". Com’è ovvio, poi, la contrazione di and-per-se-and, ha generato l’attuale nome "ampersand".

Nel XIX secolo, quando la Gran Bretagna usava recitare l’alfabeto facendo precedere la locuzione latina "per se" ad ogni lettera che potesse rappresentare da sola una parola, la & era considerata l’ultima lettera dell’alfabeto.

Oggi la e commerciale si usa prevalentemente nei nomi delle ditte, per indicare un’unione di affari. Per esempio: Bianchi & Figli. Nel linguaggio pratico, questa lettera non si usa affatto e viene considerata un esercizio di stile e di eleganza, una nota di colore sofisticata da apporre sulle insegne per darsi lustro a livello commerciale.

Curiosità sull’alfabeto

Ti facciamo una rivelazione: esistono studi che calcolano l’uso delle lettere nel linguaggio diffuso. La lettera più utilizzata è la i, seguita ovviamente da a o ed e. La lettera meno adoperata, però, è la q. Esistono inoltre tanti alfabeti e tante lettere, ma il più lungo di tutti è sicuramente il Cambogiano, che ne conta ben 74. Non male, visto che il nostro ne ha solo 21 e ci capita di ritenerle ben più che sufficienti! L’alfabeto più corto appartiene alle Isole Salomone e ne ha solo 11: sembrano poche, in effetti!

Se ti sei mai domandato perché le lettere dell’alfabeto sono ordinate in questo modo, ebbene, non lo sappiamo esattamente. L’ipotesi più accreditata è che i caratteri grafici delle lettere venissero usati per indicare piccoli numeri, per cui il segno corrispondente all’uno più collocato nell’alfabeto al primo posto.

La realizzazione del primo alfabeto potrebbe risalire ai popoli semitici della Siria e della Palestina, i quali idearono delle lettere che poi andarono ad associare a dei simboli, con derivazione dai geroglifici egizi – da qui lettere e numeri.