Forse non tutti sanno che la muffa non si forma solo su cibi scaduti o "andati a male". Essa, infatti, nel caso in cui le condizioni ambientali le siano favorevoli, può attaccare anche alimenti freschi. Sapere perché sul cibo si forma la muffa consente di prevenire la comparsa di questo fenomeno o, perlomeno, di intervenire nella maniera più corretta evitando comportamenti potenzialmente rischiosi per la propria salute.
Cos’è la muffa e perché attacca gli alimenti
Le muffe sono organismi pluricellulari che appartengono al regno dei funghi. Si sviluppano quando la temperatura è compresa tra i 15 e i 30 gradi e in presenza di un’umidità superiore al 65%. Le muffe possono proliferare anche nei frigoriferi.
Generalmente si dice che "un cibo ha fatto la muffa" ma in realtà sono le ife presenti nell’aria che attecchiscono sui cibi, trovando su di essi le condizioni favorevoli per proliferare. Le spore fungine sono presenti nell’aria o sul cibo che portiamo in casa, ma solo in caso di condizioni per loro ottimali germinano formando i tipici agglomerati di miceli che caratterizzano le muffe.
Una non corretta conservazione degli alimenti può creare le condizioni per la trasformazione delle spore in muffa. Per scongiurare questo rischio è importante coprire gli alimenti, che devono essere conservati in frigorifero con pellicole oppure in contenitori chiusi, e mantenerli separati, Per quanto riguarda i prodotti che possono essere conservati a temperatura ambiente, invece, è necessario farlo in luoghi asciutti.
Anche la condensa dovuta agli sbalzi di temperatura può favorire la formazione della muffa: nel momento in cui l’aria calda entra in contatto con una superficie fredda, si formano delle piccole goccioline d’acqua che possono permanere nel contenitore dell’alimento. Per questo motivo è importante evitare di riporre nel frigorifero cibi caldi appena cucinati.
Cosa fare in caso di cibo ammuffito
Nella maggior parte dei casi, quando la muffa attacca gli alimenti il prodotto viene alterato dal punto di vista organolettico (aspetto, sapore, odore). Mangiarlo ugualmente esporrebbe la persona a un rischio per la sua salute.
Se sviluppate su un alimento, le micotossine possono causare intossicazioni a livello di fegato, reni, centri nervosi e tratto digestivo, nonché risultare addirittura cancerogene. Tra le micotossine ad altissima tossicità ci sono le aflatossine, che colpiscono il fegato (sono presenti nei mangimi, nei cereali, nella farina, nel latte, nella frutta secca) e la patulina, che può provocare danni ai reni (è caratteristica del marciume della frutta, in particolar modo delle mele, ed è presente nei succhi di frutta).
Quando ci si accorge che un cibo "ha fatto la muffa", quindi, non bisogna commettere l’errore di limitarsi a eliminare la parte deteriorata e consumare il resto. Quasi sempre, infatti, il fungo degrada completamente l’alimento e, inoltre, durante la manipolazione, le nostre mani potrebbero diventare dei vettori delle spore. In caso di muffa su un cibo è anche importante pulire e disinfettare la zona interessata, in quanto alcune spore invisibili potrebbero aver contaminato altri prodotti riposti nelle vicinanze.
Se nel frigorifero si forma spesso della muffa è infine necessario provvedere a una pulizia profonda, facendo attenzione ad asciugare completamente ogni superficie.