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Coma etilico primo giorno di scuola Fonte foto: iStock

14enne in coma etilico al primo giorno di scuola: "sfida social"?

14enne finisce in coma etilico durante il suo primo giorno di scuola per aver bevuto vodka da una borraccia: potrebbe trattarsi di una sfida social

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Una 14enne, nel suo primo giorno di scuola, è finita in coma etilico dopo aver bevuto vodka da una borraccia nel bagno dell’istituto. La ragazzina è stata soccorsa e portata in ospedale. Sulla vicenda indagano i Carabinieri: forse si è trattato di una ‘sfida social‘.

Ragazzina finisce in coma etilico a scuola

Mercoledì 11 settembre, primo giorno di scuola. In tarda mattinata, a ridosso della campanella che suona per annunciare la fine delle lezioni, una 14enne è andata in bagno e lì si è sentita male: coma etilico. È successo in un comune salentino, come riportato da ‘la Repubblica’.

Secondo le prime ricostruzioni, la giovane ha raggiunto il bagno della scuola con alcune compagne. Ed è qui che è spuntata una borraccia che conteneva vodka. La minore ha iniziato a bere fino a sentirsi male. Prima ha vomitato, poi è collassata. Le compagne hanno immediatamente chiesto aiuto. In prima battuta è intervenuta un’assistente scolastica e alcuni insegnanti, che hanno informato la dirigente scolastica. In breve tempo 2 ambulanze hanno raggiunto l’istituto.

La studentessa è stata portata subito in ospedale. Dopo gli accertamenti, è stata ricoverata in pediatria.

Le indagini

Sul caso indaga la Procura minorile di Lecce, ma anche la scuola ha avviato un’indagine interna. Il sospetto, si legge su ‘la Repubblica’, è che potrebbe trattarsi di un caso di challenge, una delle tante sfide social che vengono filmate e postare online. Ma gli inquirenti hanno detto che “in questo momento non possiamo azzardare alcuna ipotesi precisa”. Sul caso “il riserbo è massimo, dovremo verificare ogni aspetto della vicenda”.

Intanto la borraccia è stata sequestrata dai Carabinieri. Nei prossimi giorni saranno raccolte le testimonianze delle compagne di scuola e della stessa 14enne, e saranno acquisiti i loro cellulari, dai quali potrebbero emergere dei dettagli per ricostruire i fatti. C’è da chiarire come le studentesse siano entrate in possesso della vodka. È stata comprata in qualche supermercato? Qualcuno l’ha presa in casa e portata a scuola?

Cosa sono le sfide social

Le cosiddette sfide o challenge social sono sempre più diffuse sul web e suscitano l’interesse di un gran numero di persone, coinvolgendo soprattutto gli adolescenti.

“È giusto premettere che bambine/i e giovani sfidano se stessi e gli altri da ben prima della diffusione delle tecnologie digitali: non è un fenomeno nuovo, soprattutto in adolescenza, quello di volere dimostrare a se stessi e agli altri di essere coraggiosi in situazioni pericolose, di misurarsi con i propri ‘limiti'”, hanno spiegato da Save the Children in un articolo dello scorso anno.

Con la diffusione dei social media, però, “la natura di queste sfide è caratterizzata da nuove dinamiche”, ha proseguito l’associazione. “Il pubblico è potenzialmente enorme e coloro che partecipano cercano una visibilità (e accettazione) tramite ‘like’ e commenti. Inoltre ogni sfida online viene ‘registrata’, produce contenuti e video (a volte di natura violenta) che viaggiano nei e tra i social”. Contenuti che “diventano virali, raggiungono popolarità e il rischio emulazione è molto forte. La pressione tra pari gioca un ruolo importante: imitare e impressionare i propri amici sancisce o rinforza il senso di appartenenza ad un gruppo“.

Come sottolineato da Save the Children, “è importante riconoscere che le sfide online variano enormemente e non sono tutte problematiche”, sono “diverse tra di loro e hanno diversi intenti”.

Esistono “sfide social a scopo benefico o creativo”. Ma esistono anche “challenge estreme“. Con questo termine “si intende una pratica che può suggestionare ragazzi e ragazze ed indurli progressivamente a compiere atti di autolesionismo, azioni pericolose (sporgersi da palazzi, cornicioni, finestre etc)”.

Questa suggestione, hanno evidenziato dall’associazione, “può essere operata dalla volontà di un adulto (o gruppi di adulti) che aggancia via social e induce la ‘vittima’ alla progressione nelle ‘tappe’ della pratica, oppure sui social o gruppi di messaggeria nei quali i ragazzi stessi si confrontano sulle varie tappe, si incoraggiano reciprocamente, si incitano a progredire nelle azioni pericolose previste dalla pratica, mantenendo gli adulti significativi ostinatamente all’oscuro”.

L’effetto emulazione è l’elemento più pericoloso“, ancora Save the Children. “Le fragilità della pre e dell’adolescenza sono tante e, a prescindere dalla tecnologia, gli atti di autolesionismo possono essere molto diffusi”.