
Crepet avverte i giovani: "Scappate dall'Italia". La sua profezia
Parlando di violenza giovanile, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha consigliato ai giovani di "scappare": perché e la sua profezia sull'Italia
Davanti ai numerosi casi di cronaca nera che vedono protagonisti i giovani, Paolo Crepet ha lanciato un appello rivolto proprio alle nuove generazioni: “Scappate“. Ecco perché, secondo il noto psichiatra e sociologo, i ragazzi dovrebbero lasciare l’Italia e la sua profezia.
Perché i giovani dovrebbero scappare dall’Italia per Crepet
La risposta di Paolo Crepet alla recrudescenza di episodi di violenza giovanile è radicale: “Vorrei dare un consiglio a questa generazione travolta da un’ondata di violenza senza precedenti: scappate”. Lo ha detto in un’intervista al Quotidiano Nazionale. La raccomandazione dello psichiatra suona come un grido d’allarme, una constatazione amara di una situazione da lui percepita come insostenibile.
Crepet non ha indicato una meta precisa, suggerendo genericamente città come Dublino o Berlino, luoghi dove intravedere una “via d’uscita su un volo low cost” da un Paese “dove non esiste più il futuro”, ha affermato. Le nuove generazioni, per l’esperto, dovrebbero fare “come i bisnonni sul piroscafo per New York”.
La domanda, per Crepet, non è tanto ‘perché i giovani dovrebbero partire’, quanto ‘perché dovrebbero restare’: “Per ubriacarsi ogni fine settimana come antidoto alla mancanza di speranza? Via tutti da questo museo pieno di bed&breakfast e pizze al taglio”. E ha aggiunto: “Tornate solo quando ci saranno condizioni chiare ed evidenti per restare: uno stipendio dignitoso, un appartamento a 500 euro da dividere con un amico, la possibilità di moltiplicare chance e motivazioni”.
La polemica di Crepet sugli stipendi dei giovani
Nell’Italia di oggi, secondo lo psichiatra, i ragazzi “sono uccisi dalla frustrazione anche se non muoiono di coltello“. Per loro “la battaglia è già persa” e perciò non inseguono i loro sogni, “la loro stella” come ha detto Crepet. Che ha sottolineato: “Su questo dovrebbe riflettere la politica, compreso il prossimo Papa. Per capre come li trattiamo, i giovani”.
L’esperto ha fatto l’esempio di un albergo a cinque stelle “dove una notte costa migliaia di euro” e dove la ragazza che lavora in cucina “per 10 ore al giorno” prende “1.300 euro al mese”. Quella stessa ragazza, ha proseguito Crepet, se andasse a lavorare a Dublino “prenderebbe il doppio senza sentirsi sfruttata e con la gioia di fare, crescere, sbalordire se stessa”. In Italia, con quello stipendio, “il suo non è futuro. Non se lo può permettere”, ha aggiunto.
La responsabilità di questa situazione viene attribuita alle generazioni passate: “L’abbiamo messa noi in questo guaio”, ha detto riferendosi alla lavoratrice e, con lei, a tutti i giovani.
Da qui l’invito di Crepet a “stare alla larga dalla cronaca e dalle statistiche”, che si traduce in una lettura più profonda del disagio giovanile: per ogni morte violenta che fa notizia, “mille giovani muoiono per metafora” perché senza opportunità e, dunque, senza futuro.
Per il sociologo in Italia resta solo chi “non ha il sogno” di un futuro migliore, chi “conosce solo la paura e non la gioia”. Si tratta, ha spiegato, di una “selezione darwiniana”, simile a quella che all’inizio del Novecento spinse i più coraggiosi a emigrare per “sfuggire alla miseria”. Questo processo, secondo Paolo Crepet, si sta ripetendo. “E l’Italia si svuoterà“, ha concluso.