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Crepet Fonte foto: IPA

Crepet svela la "prima regola" per l'educazione dei figli

In un'intervista Crepet ha parlato dell'autorevolezza dei genitori e ha svelato qual è, a suo avviso, la "prima regola" nell'educazione dei figli

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il Consiglio nazionale della Svizzera ha deciso di inserire nel Codice civile il divieto di usare la violenza nei confronti dei propri figli, sculacciate e schiaffi compresi. Sul tema è intervenuto Paolo Crepet, che ha spiegato qual è la “prima regola” che devono seguire i genitori nell’educazione dei figli.

La prima regola per l’educazione dei figli (secondo Crepet)

“Sarebbe terrificante il contrario. Un parlamento in Europa che approvasse le botte ai figli sarebbe barbarico. Cent’anni e passa dopo la Montessori, tutti dovremmo capire che questa è la strada da cui cominciare: il rispetto non è la fine, è la partenza“. Sono queste le parole del noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet intervistato a 60 minuti su RSI (Radiotelevisione svizzera) in merito alla decisione della Svizzera di vietare punizioni corporali (schiaffi compresi), minacce e umiliazioni nell’educazione dei figli.

Crepet ha proseguito: “Dopo il rispetto c’è tutto il resto, come le regole. Non è che le regole vengono amministrate a suon di schiaffi. Le regole vengono amministrate dall’autorevolezza dei genitori“.

Per lo psichiatra, il punto di partenza imprescindibile di ogni percorso educativo sano è racchiuso in una frase tanto breve quanto carica di significato: “Io credo in te“. Questa, ha detto, “è la prima regola di un adulto nei confronti di un bambino, il principio fondamentale”.

Crepet sui “genitori spazzaneve”

La fiducia nel proprio figlio, per Crepet, è il presupposto per la crescita dell’autostima e della fiducia in se stessi. Un genitore che crede nelle capacità del proprio figlio lo spinge a mettersi alla prova, ad affrontare le sfide, sapendo di avere un sostegno incondizionato alle spalle.

Secondo l’esperto, questo principio si pone in netto contrasto con l’iperprotezione e l’interferenza costante, che, ha spiegato, minano l’autonomia e la capacità di responsabilizzazione dei giovani. Lo psichiatra ha così introdotto il concetto dei “genitori spazzaneve“, che ha definito “forme surrogate di genitorialità che nascondo un’incapacità educativa“. Gli “spazzaneve”, a suo avviso, sono quei genitori che cercano di spianare la strada ai propri figli, privandoli dell’opportunità di imparare dai propri errori e di sviluppare resilienza, elementi fondamentali per diventare adulti.

“Il principio fondamentale è ‘io ho fiducia in te’ – ha ribadito Crepet -, quindi non vedo perché ti devo aiutare. Per esempio, i compiti te li fai, cosa c’entro io. Questo è il contrario dello spazzaneve”. E ha aggiunto: “Le bocciature sono fondamentali. Oggi Sinner vince perché ha perso, sennò non vincerebbe mai. Adesso che ha capito quanto è facile perdere, può perdere. Questo è un principio educativo”.

Cosa ha detto Crepet sull’autorevolezza dei genitori

Nel suo intervento, Crepet ha anche affrontato il tema dell’autorevolezza genitoriale, distinguendola nettamente dall’autoritarismo e dalla violenza fisica. “Noi stiamo parlando di educazione, che vuol dire dare l’esempio. Se ti tiro su a suon di schiaffi tu vivrai a suon di schiaffi“, ha chiarito.

Il sociologo ha così invitato a riflettere sulle figure autorevoli che ognuno di noi ha incontrato nella propria vita: persone che, senza mai alzare la voce o le mani, hanno saputo indicare la via con chiarezza e fermezza. Gli schiaffi, al contrario, “sono il sintomo della mancanza di autorevolezza”, ha dichiarato.

Ovviamente, “l’autorevolezza comprende il no, non vorrei essere equivocato – ha precisato Crepet -. Non sto dicendo che deve sparire qualsiasi forma di regolamentazione delle nostre relazioni, anzi ho detto il contrario. Le nostre relazioni si devono basare sul rispetto, che è la prima regola”.

E ha continuato: “Io non credo che ci siano scuole alle nostre latitudini dove ci sono dei professori che possono schiaffeggiare un alunno. Se questo è, perché lo può fare un padre? Non è che un padre ha più poteri di un altro adulto. Si deve comportare come qualsiasi altro adulto di buon senso, anzi di amorevole senso. E l’amorevole senso non può passare attraverso una legnata”, ha concluso Paolo Crepet.