Salta al contenuto
Crepet Fonte foto: IPA

Crepet: "Questo è un maestro". Nuovo attacco su genitori e scuola

Chi è e cosa fa un maestro per Paolo Crepet: il nuovo attacco su genitori e scuola dello psichiatra nell'intervista al Basement di Gianluca Gazzoli

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet è “passato dal Basement” di Gianluca Gazzoli. Durante l’intervista, lo psichiatra ha spiegato chi è e cosa fa un maestro, raccontando di quelli che ha avuto nella sua vita. E, come in ogni suo intervento, non sono mancate le critiche. Il nuovo attacco su genitori e scuola: ecco che cosa ha detto.

Chi è un maestro per Paolo Crepet

Secondo Paolo Crepet un maestro non è solo colui che insegna, ma è soprattutto un modello di vita, una figura autorevole che sa guidare i giovani verso la crescita personale e professionale. Lo ha spiegato al Basement, il podcast condotto da Gianluca Gazzoli.

“A me ha salvato tanto avere maestri autorevoli, non autoritari, un termine che detesto”, ha svelato lo psichiatra. Tra questi, Crepet ha citato Oliviero Toscani. E ricordando Fabrica, la residenza artistica fondata dal fotografo, ha detto: “Lui era severissimo, poi era dolce alla sera e ti facevi quattro risate insieme. Ma se facevi una ca**ata eri morto lì per lì, cioè non te la dava per buona”.

Non solo Toscani. Anche Maurizio Costanzo è stato un grande maestro per Crepet. Il giornalista, che lo ha introdotto al mondo della televisione, gli ha dato un consiglio importantissimo: “Diversifica, mi disse. Non parlare solo di quello (ovvero di psicologia). Questo è il grande maestro, quello che ti dice che sai parlare anche di altro, che ti dice: ‘Apri la mente, lo sai fare’. E tu ci credi e lo fai”.

Poi c’è Julio Velasco, allenatore della nazionale di pallavolo. “Con lui ci siamo divertiti tantissimo – ha dichiarato Crepet -. Mi raccontò che la prima volta che andava a un mondiale, in Giappone, a Fiumicino fece aprire le valigie dei ragazzi e ci trovò di tutto: dal grana agli spaghetti. In una trovò anche la moka. Allora lui disse: ‘Tutta quella roba lì non la voglio neanche vedere’. I giocatori risposero: ‘Me le ha messe la mamma’. E allora lui ribatté: ‘Non me ne frega niente. Se vai a giocare al mondiale, allora devi partire che sei già campione del mondo. E se hai già nella testa che sei campione del mondo, non hai bisogno del grana o della mamma”. Ecco, ha puntualizzato lo psichiatra, “questo è un maestro”.

Crepet e lo sfogo sui giovani

Nel suo intervento, Crepet ha anche parlato della condizione dei giovani d’oggi: “La sensazione è che ci sia un sovradimensionamento: tutti sono diventati disagiati. Tutti i ragazzi al liceo dicono che non ce la fanno più. Le scuole sono piene di psicologi. Mi pare un po’ too much. Questo non vuol dire che qualcuno stia barando, ma forse certe cose ce le possiamo risolvere anche da soli. Io credo molto nella possibilità di entrare e uscire da un tuo errore. Che cosa vuol dire? Che se sei caduto, perché capita a tutti, la cosa che devi sapere è che con le tue forze riesci a tirarti su”.

Lo psichiatra ha aggiunto che questa “è una cosa straordinariamente importante, perché se tu appena caduto chiedi aiuto, e c’è qualcuno subito che ti dà la mano come succede oggi, beh tu allora non impari a cavartela da te”.

Le responsabilità dei genitori (per Crepet)

Infine, Crepet si è soffermato sulle responsabilità dei genitori utilizzando una metafora per illustrare il suo punto di vista: “Nessun contadino è così idiota da piantare un albero da frutto sotto una quercia. L’albero non farebbe mai frutto. Invece noi mettiamo i figli sotto di noi, che siamo la grande quercia, e diciamo: ‘Poverino, aspetta, gli do una mano. Vuoi due soldini per andare a ballare a Formentera?'”.

E ancora: “Oggi stiamo dando ai ragazzi una quantità di cose spaventosa, gli stiamo dando tutto. E se tu hai tutto, cosa altro devi cercare? Non cerchi più nulla“, ha osservato mettendo in luce il rischio di crescere figli senza desideri e ambizioni. In questo modo, ha aggiunto, “i giovani crescono molli, non forti“.