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Crepet Fonte foto: IPA

Crepet scatena la bufera: la frase su Mozart e cultura è un caso

Scoppia la bufera intorno ad una frase di Paolo Crepet pronunciata mentre commentava un caso di violenza giovanile: cosa ha detto su Mozart e cultura

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet ha scatenato la bufera parlando di violenza giovanile durante un’intervista. La sua frase su Mozart e la cultura diventa un caso: ecco cosa ha detto il noto psichiatra e le critiche che gli sono state rivolte.

Cosa ha detto Crepet su Mozart e cultura

Un padre e una madre che ascoltano Mozart non finiranno uccisi dal proprio figlio“. Lo ha detto lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet al Corriere del Trentino commentando la tragedia familiare avvenuta a Mezzolombardo (Trento).

L’esperto ha espresso profonda preoccupazione per i numerosi casi di cronaca nera che vedono protagonisti i giovani. “Mi preoccupa in generale questa ondata che attraversa l’Italia – ha dichiarato -. Siamo davanti alle nuove ‘invasioni barbariche’ in cui la nostra cultura evidentemente è rientrata per una ragione abbastanza semplice: quando non hai futuro hai solo presente, e il presente può essere drammatico“.

Per il sociologo, “è il futuro che ti salva, non è certo il presente. Però – ha aggiunto – noi da decenni abbiamo osannato il qui ed ora. E oggi siamo finiti così”.

Parlando di violenza giovanile, Crepet ha proseguito: “Se i giovani si comportano come i loro trisavoli, per cui le dispute vanno lavate nel sangue, e si ragiona come nel ‘600, ci sarà un motivo, no? Vuol dire che abbiamo fallito. Abbiamo fallito qualsiasi approccio educativo“.

Secondo lo psichiatra nella società contemporanea si è persa “l’idea dell’amore” mentre domina la solitudine. “Non crediamo più in quello che avverrà. Non sorridiamo più a ciò che verrà, abbiamo paura. Ecco la sindrome dell’invasione barbarica”, ha concluso Crepet.

È polemica sulle parole di Crepet

Le parole di Paolo Crepet hanno suscitato alcune polemiche. Sulle pagine del Giornale, il giornalista Luigi Mascheroni ha scritto: “Crepet sbaglia, la cultura non fa l’uomo più buono“.

L’idea di Crepet, riportata da Mascheroni, è questa: “Nelle famiglie in cui si ascolta Mozart crescono figli modello. E in quelle in cui si ascoltano, che ne so, i Led Zeppelin, o i Black Sabbath, o Ozzy Osbourne, crescono potenziali assassini”. Il giornalista ha raccontato che suo padre “ascoltava persino i Guns N’ Roses e noi da ragazzi non siamo mai andati in giro con una pistola”. Al contrario, i suoi vicini di casa che “mettevano sempre Bach a palla” hanno vissuto una tragedia familiare per questioni di droga.

Mascheroni ha anche criticato la scelta di Crepet di portare la figura di Wolfgang Amadeus Mozart come esempio, affermando che il compositore ha realizzato “il libretto più misogino e sessista della storia della musica“.

Chi studia di più, legge di più, e ascolta persino i maestri della musica, non è più buono. Forse più colto, ma non più buono“, ha evidenziato il giornalista, rammentando che anche i gerarchi nazisti erano “finissimi lettori e adoravano la musica classica”. Mascheroni ha ribadito: “La storia della civiltà a partire dai dittatori e i leader terroristi, tutti bibliofili e intellettuali: Hitler, Stalin, Mussolini, Mao, Pol Pot, Abimael Guzmán… insegna il contrario”.

Infine, rivolgendosi a Paolo Crepet, ha concluso: “E poi, scusa. Perché ‘Abbiamo fallito?’. Tu, forse. Io ascoltavo i Duran Duran e i miei figli sono splendidi ventenni“.