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Giuseppe Valditara Fonte foto: ANSA

Dante censurato a scuola: interviene il ministro Valditara

Il ministro dell'Istruzione e del Merito è intervenuto sul caso di Dante censurato in una scuola media a Treviso: cosa ha detto Giuseppe Valditara

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Continua a far discutere il caso di una scuola media di Treviso in cui 2 studenti sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia. Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Ecco cosa ha detto su Dante censurato e quali provvedimenti ha preso.

L’intervento di Valditara sul caso Divina Commedia a Treviso

Ripudiare Dante, che è il pilastro della lingua e della cultura italiana, significa rifiutare noi stessi“, lo ha detto il ministro Valditara in un’intervista rilasciata a ‘Il Messaggero’ in merito al caso della scuola trevigiana in cui 2 alunni musulmani sono stati dispensati dallo studio dell’opera massima di Dante Alighieri, la Divina Commedia.

L’Italia, ha detto il responsabile dell’Istruzione, “è un paese molto aperto e molto inclusivo, ed è bene così”. Però “c’è un presupposto basilare” che “è quello del riconoscersi nei valori fondanti della nostra cultura e della nostra Costituzione – ha proseguito -. Se rinunciamo alla nostra identità culturale rischiamo di andare verso una società disgregata“.

E ha aggiunto: “Ognuno creda nel Dio che vuole. Ma il punto è che l’Italia si è formata su valori che ci portiamo dietro da una storia millenaria e che affondano le radici nella cultura greco-romana. Al centro c’è il concetto di persona, che comincia con il diritto romano, si esalta con il cristianesimo, si arricchisce con l’Illuminismo e questo è il tratto fondamentale della nostra civiltà, ampiamente presente nella Costituzione”. A suo avviso, “il problema va al di là di Dante, è molto più ampio”.

Secondo il ministro, una scuola che si auto-censura non è “né democratica né liberale”, ed è “estranea allo spirito della Costituzione. Basti pensare a quante volte Dante viene citato nel dibattito dei padri costituenti”, ha aggiunto. Inoltre, ha proseguito Valditara, “credo che insegnare a tutti i ragazzi i giganti della nostra cultura li renda veramente liberi, perché assorbono e discutono, anche criticamente, valori e principii che sono un autentico patrimonio di civiltà”.

“C’è un pensiero egemone che si va a consolidare, e non mi riferisco al caso specifico di Dante ma in generale, per cui chi non aderisce al politicamente corretto viene emarginato, messo all’indice e considerato, da qualche fanatico, addirittura fascista”, ha dichiarato il responsabile dell’Istruzione.

Per questo “abbiamo mandato gli ispettori“, ha spiegato Valditara a ‘Il Messaggero’. Gli ispettori che visiteranno la scuola trevigiana “esamineranno bene quel che è accaduto, faranno una relazione e sulla base di questa relazione l’Ufficio scolastico regionale prenderà i suoi provvedimenti“, ha detto il ministro.

Valditara e l’insegnamento della cultura classica a scuola

Durante l’intervista, Giuseppe Valditara è anche tornato sullo studio del latino e del greco. “Io dico che bisogna tornare a studiare maggiormente la storia greca e la cultura latina, con i grandi valori di humanitas, buona fede, equità, libertà”. E anche “il contribuito del cristianesimo, ricordandoci che il cristianesimo, nella sua autenticità, ha insegnato la separazione tra Stato e Chiesa e quindi la laicità delle istituzioni pubbliche”.

Per il ministro, la scuola italiana dovrebbe porre maggiore attenzione su “la grande stagione umanistica del Rinascimento” e sul “pensiero liberale e illuministico (penso per esempio a Montesquieu, che ha creato le premesse per lo Stato di diritto), non sacrificando nulla del nostro tragitto verso la modernità. Occorre tornare a dare importanza al Risorgimento e conoscere bene anche la storia del secondo dopoguerra”, ha concluso Valditara.