Salta al contenuto
Djokovic Fonte foto: IPA

Djokovic, niente smartphone ai figli: il messaggio del tennista

Niente smartphone per i figli di Novak Djokovic nonostante a scuola siano gli unici a non averlo: perché il tennista ha detto no e il suo messaggio

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il campione serbo di tennis Novak Djokovic ha le idee chiare su come educare i suoi figli: niente smartphone, nonostante i bambini si lamentino visto che sono gli unici a scuola a non possederlo. Ecco perché il tennista ha preso questa decisione e il suo messaggio.

Djokovic dice no allo smartphone per i suoi figli

Novak Djokovic, considerato uno dei tennisti più forti di tutti i tempi, ha preso posizione sull’uso degli smartphone da parte dei più piccoli. In un’intervista alla televisione serba ‘Blic Tv’, come riportato da ‘La Repubblica’, ha affermato che “oggi ci sono le sfide dei social network, disprezziamo i giovani e diciamo che sono incompetenti, che non sanno niente. È inevitabile, viviamo nell’era digitale. Sono genitore di 2 bambini piccoli, e anch’io mi pongo gli stessi interrogativi”.

I 2 bambini si chiamano Stefan (10 anni) e Tara (7 anni), ed entrambi non possiedono un proprio smartphone. Djokovic ha raccontato che spesso i suoi figli chiedono a lui e sua moglie Jelena Ristic di averne uno, anche perché sono gli unici in classe a non averlo. “I miei figli mi dicono che a scuola tutti hanno lo smartphone tranne loro – ha detto il tennista -, e si lamentano con me. Io gli spiego invece che così ci differenziamo dagli altri, perché siamo testardi sia in senso positivo che in senso negativo”.

“È importante che le persone acquisiscano un po’ più di consapevolezza su quello che accade intorno a noi, non è necessario seguire il gregge – questo il messaggio di Djokovic -. Voglio che i miei figli imparino a non seguire il gregge. Molte persone hanno problemi esistenziali e quando hai problemi del genere tutto il resto non è importante”.

La petizione su smartphone e giovani

Quello del rapporto tra smartphone e giovani è un tema molto sentito. Dopo il divieto ai cellulari in classe fino alla terza media promosso dal ministro Giuseppe Valditara, il 10 settembre è stata pubblicata su Change.org una petizione per chiedere al governo di “impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16”.

L’appello, lanciato dal pedagogista Daniele Novara e dal medico e psicoterapeuta Alberto Pellai, è stato sottoscritto da numerosi esperti (da neuropsichiatri a insegnanti), nonché tanti personaggi del mondo dello spettacolo, da Paola Cortellesi a Pierfracesco Favino.

“I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni – si legge sulla petizione -: uno diretto, legato alla dipendenza, e uno indiretto, perché l’interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita”.

“È ormai chiaro – prosegue il testo – che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media“.

I firmatari hanno poi evidenziato che la loro “non è una presa di posizione anti-tecnologica”, ma piuttosto una presa di coscienza “di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale”. Simili comportamenti “in età prescolare portano ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l’apprendimento della letto-scrittura”.

In soli 8 giorni, la petizione ‘Stop smartphone e social sotto i 16 e 14 anni: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo’ ha superato le 40mila firme.