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Università e lavoro Fonte foto: iStock - Aramyan

Migliore università per trovare lavoro: la facoltà da scegliere

Esiste una facoltà, spesso ignorata dagli studenti, che offre numerose opportunità occupazionali: qual è la migliore università per trovare lavoro

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Non si va all’università solo per trovare un’occupazione, è vero. Ma non c’è dubbio che scegliere un indirizzo in linea con l’andamento del mercato del lavoro garantisce agli studenti maggiore occupabilità. Ecco qual è la migliore università per trovare lavoro, spesso ignorata dagli studenti.

Qual è la migliore università per trovare lavoro (spesso ignorata dagli studenti)

Questo è il periodo dell’anno in cui gli studenti che si avvicinano alla Maturità devono prendere un’importante decisione per il loro futuro: continuare gli studi e andare all’università o fermarsi e cercare un lavoro. Tra chi decide di proseguire intraprendendo un percorso accademico, ci sono coloro che hanno scelto di tentare il Test di Medicina 2024 per entrare nelle facoltà mediche. Altri invece si cimenteranno nelle prove di ingresso ad altre facoltà nei prossimi mesi. Una cosa è certa, chi decide di andare all’università, deve scegliere il percorso di studi che vorrebbe intraprendere.

Si tratta di una scelta difficile e spesso caratterizzata da indecisione. Però è importante che gli studenti sappiano che esistono dei percorsi di studio che garantiscono maggiori chance lavorative una volta usciti dall’università. Tra questi, c’è una facoltà che, nonostante offra numerose opportunità occupazionali, è spesso ignorata dagli studenti. Come sottolineato da ‘Il Gazzettino’, si tratta di Ingegneria agraria, una facoltà che incontra poche adesioni ma che dà importanti possibilità lavorative.

A differenza di oggi, Ingegneria agraria era molto richiesta da coloro che si iscrivevano all’università negli anni ’90. Attualmente, invece, conta solo 5mila universitari all’anno. Nonostante gli studenti non sembrano essere attratti da questa facoltà, chi intraprende questo indirizzo di studio si trova ad avere molte richieste lavorative da parte delle aziende, sia in Italia che all’estero.

Le lauree più richieste in Italia

Quali sono le altre facoltà che offrono maggiori sbocchi occupazionali? A spiegarlo è il report di ‘Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior’ sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali tra il 2024 ed il 2028. Come sottolineato dal rapporto, ci sono delle lauree che daranno maggiori opportunità lavorative di altre.

Al primo posto delle lauree più richieste per i prossimi anni ci sono quelle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Nel dettaglio:

  • Ingegneria;
  • Ingegneria civile ed Architettura;
  • Scienze matematiche, fisiche e informatiche;
  • Scienze biologiche e biotecnologie;
  • Chimico-farmaceutico.

Per quanto riguarda le altre lauree (non-STEM), emergono gli indirizzi:

  • Economico-statistico;
  • Insegnamento e formazione (comprese Scienze motorie);
  • Medico-sanitario (lauree a ciclo unico in discipline mediche e odontoiatriche e lauree triennali in discipline infermieristiche e sanitarie).

“Mentre alcuni saranno caratterizzati da una carenza di offerta – hanno spiegato da Unioncamere e Anpal -, altri vedranno un surplus di giovani che si affacceranno sul mercato del lavoro”. Una carenza di offerta “particolarmente significativa” riguarderà l’insieme dei percorsi STEM, per i quali nei prossimi 5 anni “potranno mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche”.

Per quanto riguarda gli altri indirizzi, “è attesa una carenza di offerta per quelli caratterizzati dal maggiore fabbisogno, nello specifico l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), l’economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila)”.

Al contrario, “è previsto un eccesso di offerta soprattutto per gli indirizzi dell’area umanistica, in particolare quello politico-sociale, psicologico e linguistico”.