Salta al contenuto
Sciopero scuola Fonte foto: iStock

Sciopero scuola 13 dicembre, avviso del ministero dell'Istruzione

L'avviso del ministero dell'Istruzione sul nuovo sciopero della scuola che si terrà venerdì 13 dicembre: i promotori ed i motivi della protesta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Previsto un nuovo sciopero del comparto scuola per la giornata di venerdì 13 dicembre: lo ha comunicato il ministero dell’Istruzione e del Merito con un avviso. Tutto quello che c’è da sapere, dai promotori ai motivi della mobilitazione.

Avviso del ministero su sciopero scuola 13 dicembre

Con l’avviso numero 10 del 6 dicembre 2024, il ministero dell’Istruzione ha dato notizia dello sciopero generale che si terrà venerdì 13 dicembre 2024 e che riguarderà anche il mondo della scuola.

“Si comunica che per l’intera giornata del 13 dicembre 2024 è previsto uno sciopero generale proclamato da Usb, con adesione di Usb Pubblico impiego e di Fi-Si”, si legge nell’atto.

Inoltre si specifica che “per la provincia di Trento, dallo sciopero è escluso ‘tutto il personale delle scuole provinciali di primo e secondo grado, tutto il personale delle scuole dell’infanzia provinciali, il personale Ata, assistenti educatori, personale ausiliario, personale delle equiparate della Federazione delle scuole materne di Trento, di Co.E.S.I. e Asif di Pergine Valsugana’”.

Motivi sciopero scuola 13 dicembre

A spiegare i motivi della protesta è stato la stessa Usb in un comunicato stampa: “Lo sciopero del 13 dicembre – hanno affermato dall’Unione sindacale di base – giunge a ridosso della pausa natalizia, e permette a lavoratrici e lavoratori della scuola di fare un primo bilancio dell’anno scolastico in corso”.

Per il sindacato “presente e futuro della scuola italiana sono quasi deterministicamente instradati su un binario che lascia poco spazio a variabili di cambiamento e di ripristino di una funzione sociale progressiva, di un piano di apprendimento adeguato, serio e all’altezza dei grandi temi del nostro tempo per gli studenti, di un livello salariale e di diritti per docenti e personale ATA, un milione e passa di lavoratrici e lavoratori che portano ogni giorno avanti il malandato carrozzone della scuola pubblica statale”.

In particolare, Usb punta il dito contro gli interventi messi in campo dal Governo Meloni in tema scuola, tra cui:

  • le nuove Linee guida per l’Educazione civica, che il sindacato definisce “la riscrittura di un mandato morale e sociale della scuola”;
  • la riforma del 4+2 per gli istituti professionali, per Usb “l’accelerazione del connubio territoriale tra tessuto produttivo-imprenditoriale e istruzione tecnico-professionale”;
  • l’uso dei fondi del Pnrr “con il portato ideologico dell’equazione modernizzazione=tecnologia spinta” mentre “le scuole cadono letteralmente a pezzi“;
  • il “rilancio del sistema del Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) come modello consolidato di avviamento delle giovani generazioni a un futuro lavorativo precario e sfruttato”.

Il progetto di Usb Scuola

Usb, oltre a spiegare i motivi dello sciopero, ha anche proposto tre piani di intervento per costruire “un’alternativa” per la scuola italiana:

  • “stringere i rapporti e la reciproca solidarietà con il mondo giovanile, studentesco, con il precariato diffuso”, ovvero “quei pezzi del mondo del sapere e delle istituzioni culturali e formative che sono sotto l’evidente attacco di chi non vuole più che dalle aule delle scuole e delle università si levino moti di critica”;
  • “costruire forza sindacale, opposizione diffusa, piani di rivendicazione e di tutela dei diritti” per arginare “un modello di gestione delle scuole ormai in mano a dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) che, con le ovvie eccezioni, pensano di gestire davvero delle aziende”;
  • “tornare a parlare di scuola dentro la scuola, di discipline, di saperi, della loro dimensione storica e della loro capacità di comprendere il presente”. Il “carico burocratico è la forma concreta dello svuotamento di quei saperi e di quella funzione che i lavoratori della scuola si devono riprendere”.

“Lo sciopero del 13 dicembre per noi è il lancio di questa campagna, dalla quale usciremo più forti, più diffusi e più consapevoli”, hanno concluso da Usb.