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Scuola Fonte foto: iStock

Sindrome da fine scuola: cos'è e cosa rischiano bambini e ragazzi

L'ultima campanella è vicina e aumenta lo stress per bambini e ragazzi: cos'è la sindrome da fine scuola e cosa rischiano gli studenti in questa fase

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

L’ultima campanella prima delle vacanze estive è ormai alle porte. Un conto alla rovescia che va di pari passo con la cosiddetta ‘sindrome da fine scuola‘, sperimentata dalla maggior parte dei bambini e dei ragazzi tra fine maggio e inizio giugno. Ecco cosa rischiano secondo gli esperti.

Cos’è la ‘sindrome da fine scuola’ e i rischi

Stanchezza, difficoltà a dormire, inappetenza e scarsa concentrazione: sono questi i disturbi principali associati alla ‘sindrome da fine anno scolastico‘ che vivono molti studenti nell’ultimo periodo in classe prima delle vacanze. Difficoltà che spesso accompagnano lo ‘sprint finale’ tra interrogazioni ed esami. “È sicuramente un momento di stress da non sottovalutare”, ha spigato a ‘Adnkronos’ la pediatra Elena Bozzola, consigliera della Società italiana di pediatria (Sip) e presidente dell’associazione ‘Il bambino ed il suo pediatra’.

I bambini e i ragazzi, ha affermato Bozzola, iniziano “a sentire la stanchezza anche per fattori ambientali: comincia a fare più caldo, aumenta la luce, le giornate si allungano e questo influisce sul sonno”. In questo contesto, “sia piccoli che più grandi tendono a rimanere svegli, cambia il ciclo sonno-veglia e questo ha ripercussioni sul numero di ore di sonno ‘buono'”. E se “un bambino dorme meno o si risveglia più volte durante la notte, ne risente tutta la giornata”. Per questo “è più irritabile, inappetente”. Una inappetenza che “è già fisiologica”. Infatti, quando aumentano le temperature, “si tende a mangiare un po’ di meno, ma anche a bere di meno”.

Per questo è fondamentale porre grande attenzione sull’alimentazione, “che deve essere ricca di acqua, vitamine e sali minerali – ha raccomandato la pediatra – perché con il sudore si perdono liquidi e nutrienti”. Via libera quindi a frutta e verdura e a pasti più leggeri, “in modo da invogliare i piccoli a mangiare, evitando che la loro curva di crescita non diminuisca e l’idratazione non ne risenta”.

I consigli della pediatra

Inoltre, ha proseguito Bozzola, è importante “cercare di rispettare le abitudini dei piccoli. Se per esempio il bambino è abituato a fare il sonnellino pomeridiano, meglio non abbandonare la routine e mantenere il ritmo indipendentemente dalle giornate di sole che invogliano a giocare”.

Per quanto riguarda i più grandi, “siamo vicini allo spauracchio dell’esame di terza media che è la prima vera prova che devono affrontare”. Come ha spiegato l’esperta, si tratta di “una tappa fondamentale, perché imparano ad avere le loro piccole responsabilità”. Per questo “vanno sostenuti nello sforzo finale per organizzare bene la propria giornata di studio, consigliando, per esempio, di ripetere ad alta voce per concentrarsi perché non mollino nell’ultimo sforzo”.

Elena Bozzola ha anche consigliato alle famiglie di incoraggiare i propri figli a fare attività fisica e ad incontrarsi con gli amici, per assicurare loro “momenti di svago” fondamentali soprattutto in questo periodo di stress.

No invece “alle corse finali sacrificando il sonno”. Infatti “8-9 ore di buon riposo sono necessarie”. I genitori, infine, “non devono accrescere lo stress dei ragazzi con le loro ansie, con paragoni con fratelli e sorelle o con una esagerata attenzione al voto finale”, ha spiegato l’esperta.

Gli studenti “devono essere aiutati a dare il massimo nella loro prima grande prova che non deve essere ricordata come ansia e paura, ma come un piccolo grande traguardo”, ha concluso Elena Bozzola a ‘Adnkronos’.