Smartphone, il consiglio dell'Iss agli adolescenti per il 2025
La dipendenza da smartphone riguarda il 25% degli adolescenti: il consiglio "semplice e concreto" dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) per il 2025
Il 2024 è stato un anno che ha visto una forte attenzione sul tema del rapporto tra gli adolescenti e lo smartphone, culminato nella decisione del ministero dell’Istruzione e del Merito di vietare l’uso del cellulare in classe fino alle medie anche per scopi didattici. L’abuso dei dispositivi digitali da parte dei più giovani è diventato, per alcuni di loro, una vera dipendenza. L’allarme lo ha lanciato lo stesso Istituto Superiore della Sanità (Iss), che ha inserito “Uscire dalla dipendenza da smartphone” al primo posto tra i ‘buoni propositi’ per il 2025. Farlo è possibile “a piccoli passi”: il consiglio dell’Iss.
- Il 25% degli adolescenti è dipendente da smartphone
- Dipendenza da cellulare: il consiglio dell'Iss per il 2025
- Smartphone e adolescenti: le parole della psichiatra
Il 25% degli adolescenti è dipendente da smartphone
“L’inizio dell’anno è sempre e per tutti il momento dei buoni propositi, la fase delle decisioni importanti rimandate da tempo. Di seguito 10 consigli dell’Iss per mettere a fuoco alcune delle scelte che possono fare del 2025 l’anno giusto per migliorare davvero la nostra salute fisica e mentale”.
Inizia così il decalogo dei buoni propositi redatto dall’Istituto Superiore di Sanità per vivere un 2025 all’insegna della salute e del benessere.
Prima ancora dell’evitare l’alcol e dello smettere di fumare, l’Iss ha inserito al primo posto del decalogo una raccomandazione che ha intitolato “Uscire dalla dipendenza da smartphone“.
“Oltre il 5% della popolazione mondiale soffre di dipendenze comportamentali o da sostanze, con un impatto grave su salute e relazioni – hanno spiegato dall’istituto -. Tra le dipendenze comportamentali, l’uso problematico dello smartphone colpisce oltre il 25% degli adolescenti, con effetti negativi su sonno, concentrazione e relazioni“.
Ricordiamo che la ‘Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024’ ha rilevato la presenza di oltre 50mila hikikomori in Italia, giovani che stanno volontariamente chiusi in casa e si isolano dal resto del mondo per un periodo di almeno 6 mesi. Non vanno a scuola, non escono con gli amici e non fanno sport: l’unico contatto con l’esterno sono i social, i videogiochi e lo streaming.
La dipendenza da cellulare, che riguarda soprattutto gli adolescenti, ha portato il ministro Giuseppe Valditara a stabilire il divieto dell’uso degli smartphone in classe fino alle medie. Nel frattempo, l’Australia ha introdotto il divieto d’accesso ai social per i minori di 16 anni. In Italia, così come in altri Paesi, se ne sta discutendo, anche a seguito dei numerosi appelli provenienti da esperti e società civile. In Parlamento sono perciò state presentate alcune proposte di legge per limitare l’uso di queste piattaforme da parte dei più giovani.
Dipendenza da cellulare: il consiglio dell’Iss per il 2025
L’Iss, tramite il Centro nazionale Dipendenze e Doping, ha così ritenuto opportuno fornire un “consiglio semplice e concreto”, un primo passo per vincere l’abuso da smartphone.
“Stabilisci una ‘zona smartphone free’ a casa – questa la raccomandazione -, come la camera da letto o il tavolo da pranzo, per favorire momenti di qualità e disconnettersi gradualmente. Inizia con piccoli passi, ad esempio 30 minuti di pausa digitale al giorno, usando il tempo per altre attività che ti piacciono“.
“L’obiettivo – hanno precisato dall’istituto – non è eliminare lo smartphone, ma imparare a gestirlo con consapevolezza”.
Smartphone e adolescenti: le parole della psichiatra
“Sottoscrivo in toto le parole dell’Iss”, ha commentato la psichiatra e psicoterapeuta Tiziana Corteccioni, intervistata dal ‘Corriere della Sera’. L’esperta ha spiegato che “quella da smartphone è del tutto paragonabile ad altre forme di dipendenza e tra i suoi sintomi principali figurano problemi di concentrazione, disturbi del sonno e difficoltà nelle relazioni sociali”.
Non solo, ha aggiunto: “essendo tali dispositivi costantemente a portata di mano, uscirne può risultare ancora più difficile”. Per questo “anch’io ritengo utile ritagliarsi spazi e tempi liberi dal cellulare”.
Corteccioni ha concluso: “Non passa giorno senza che nel mio studio veda ragazzi completamente assorbiti dallo schermo: ormai socializzano così, ma è inevitabile che sia un tipo di socializzazione molto superficiale”.