Salta al contenuto
Studiare Fonte foto: iStock

Studiare la storia al contrario: la proposta del prof su TikTok

Studiare la storia al contrario, partendo dal presente e andando a ritroso: la proposta di un prof su TikTok che ha acceso un interessante dibattito

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Un video su TikTok ha acceso un interessante dibattito riguardante il mondo della scuola: un insegnante, rispondendo alla richiesta dei suoi alunni di studiare la storia partendo da epoche a loro più vicine, ha messo in discussione il tradizionale metodo cronologico di insegnamento della disciplina. Si può studiare la storia al contrario? La proposta del prof.

La proposta del prof TikToker di studiare la storia dal presente

“In classe mi hanno chiesto: ‘ma perché prof ci fate studiare sempre i sumeri, i greci, gli egizi, e mai il secondo ‘900?’ E allora io mi sono chiesto: siamo sicuri che la storia vada studiata per forza in ordine cronologico?“. A parlare, sul suo profilo TikTok, è il prof e divulgatore Daniele Coluzzi.

Come dice il docente, “non tutta la storia si studia con la stessa facilità”. E ha proseguito: “Per studiare davvero il mondo greco, dobbiamo per esempio calarci all’interno di un contesto sociale e geopolitico enormemente complesso, perché è davvero tanto distante da noi e dal modo in cui ragioniamo”. Questa cosa “noi la facciamo fare a dei ragazzi piccoli, che non è detto che abbiano sviluppato a 13/14 anni queste capacità e competenze”.

Da qui la sua proposta: “Non sarebbe forse meglio procedere per grandi temi, partendo soprattutto da quelli più vicini a noi, per poi andare indietro? Procedere insomma per livelli di difficoltà e non in ordine cronologico?”.

Il prof Coluzzi ha poi sottolineato che questo tipo di cambiamento nel mondo dell’istruzione è “difficilissimo”, anche perché “siamo abituati a concepire la storia come una catena di eventi”. Ma, a suo avviso, “questa convinzione è vera fino ad un certo punto. Molti fatti storici – ha spiegato – non hanno cause molto antiche, per cui bisogna necessariamente conoscere ciò che è accaduto prima nel mondo”.

L’insegnante ha poi invitato i suoi follower al confronto: “Non ho la verità in mano, ovviamente, ma parliamone”.

Le reazioni dei follower

Il video di Daniele Coluzzi ha ricevuto numerosi commenti, e ha diviso i follower in due ‘fazioni’ distinte, gli innovatori, che appoggiano la proposta del prof, ed i ‘tradizionalisti’, secondo cui il metodo di insegnamento della storia va bene così come è.

“Anche io lavorando in classe l’ho notato, e sono completamente d’accordo con te. Il modo di raccontare la storia va cambiato“, ha scritto un utente. “Secondo me il metodo attuale va bene – ha risposto un altro -. Bisognerebbe semplicemente soffermarsi meno sulle cose molto antiche e approfondire meglio quelle vicino a noi”.

“Secondo me è giusto iniziare dal passato – ha commentato un follower – perché la storia non è altro che un ripetersi di eventi in contesti sociali differenti. Pertanto l’obiettivo sarebbe quello di educare l’alunno a comprendere”.

E ancora: “Faccio tutt’altro, quindi il mio giudizio conta poco, ma condivido pienamente. E questo approccio gioverebbe tantissimo anche alla filosofia“.

Il parere di Alessandro Barbero

Anche il celebre storico e divulgatore Alessandro Barbero aveva affrontato l’argomento dello studio della storia ‘al contrario’ durante una puntata del podcast ‘Chiedilo a Barbero’ dello scorso anno.

La domanda dell’ascoltatrice era: “Cosa ne pensa dell’idea di inserire un programma scolastico di storia che vada a ritroso, cioè insegnare la storia partendo dal presente e poi andare indietro e scoprire il passato”.

“Beh, assolutamente affascinante e per altro mi spiazza anche un po'”, aveva risposto Barbero. Che poi aveva argomentato: “L’idea risolverebbe anche la lagnanza solita che da sempre c’è nella nostra scuola per quanto riguarda l’insegnamento della storia, cioè il fatto che non si arriva mai al presente”.

“Però – aveva affermato lo studioso – secondo me dobbiamo resistere all’impressione che sia una cosa affascinante e convincerci che il risultato sarebbe catastrofico“. Per capire il presente, aveva continuato Barbero, “bisogna spiegare per esempio cos’è stata l’Unione Sovietica. E per capire cosa è stata l’Unione Sovietica bisogna anche sapere cosa è stato il comunismo, il movimento operaio, e quindi la rivoluzione industriale. Ecco, siamo già arrivati indietro al XVIII secolo”.

“E – era andato avanti – non abbiamo ancora parlato per nulla dei problemi che il nostro Paese ha con il fascismo. E per parlare del fascismo dobbiamo prima parlare del razzismo e del colonialismo“.

Secondo Alessandro Barbero, studiare la storia partendo dal presente è un metodo che “non si riuscirebbe a gestire, si perderebbe il filo”.

“Sono arrivato alla conclusione che non c’è un altro modo per insegnare la storia – aveva concluso Barbero rispondendo alla domanda dell’ascoltatrice -. Bisogna rassegnarsi al fatto che insegnare la storia a scuola significa somministrare date e nozioni, spesso noiose e delle quali poi si dimentica molto. Però c’è una bella differenza tra il non aver mai saputo qualcosa e l’averlo imparato e poi dimenticato”.