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Francesco Vaia Fonte foto: ANSA

Vaia del ministero della Salute “bocciato” a abilitazione da prof

Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia è stato 'bocciato' all'abilitazione da professore universitario

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Francesco Vaia è stato ‘bocciatoall’abilitazione da professore universitario. Nonostante abbia una lunga carriera nella sanità alle spalle, il dirigente del ministero della Salute non possiede tutti i titoli che servono per diventare docente nel mondo accademico.

Francesco Vaia non ha i titoli per diventare prof universitario

A maggio scorso è uscita la notizia che Francesco Vaia avrebbe voluto lasciare il suo incarico da direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, come raccontato da ‘La Repubblica’. Nonostante abbia quasi 70 anni, l’ex direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma ha fatto domanda per diventare professore di prima fascia in Igiene generale e applicata, Scienze infermieristiche e Statistica medica.

Il problema è che Vaia possiede solo 2 degli 8 titoli richiesti per essere abilitato all’insegnamento universitario. Per esempio, gli mancano ‘organizzazione o partecipazione come relatori a convegni di carattere scientifico in Italia o all’estero’, ma anche ‘responsabilità di studi e ricerche scientifiche affidati da qualificate istituzioni pubbliche o private’. E pure ‘responsabilità scientifica per progetti di ricerca internazionali e nazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi che prevedano la revisione tra pari’.

Vaia annuncia che farà ricorso

“Premesso che sono già da vari anni professore straordinario, sono molto sereno e soddisfatto che la parte riguardante le pubblicazioni scientifiche sia stata considerata molto positiva”. Questo il commento di Francesco Vaia alla decisione della commissione esaminatrice dei titoli per l’abilitazione all’insegnamento accademico.

Il dirigente del ministero della Salute ha per questo annunciato che farà ricorso. “A maggioranza è stato deciso che i requisiti riguardanti la partecipazione ai congressi non fossero sufficienti – ha spiegato -. Non tutti i commissari erano d’accordo. Siamo già pronti a presentare alle magistrature competenti ricorso e quindi attenderei i giudizi definitivi per esprimermi”, ha concluso Vaia.

Chi è Francesco Vaia: studi e carriera

Nato il 27 novembre 1954 a Casandrino (Napoli), Francesco Vaia si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università Federico II di Napoli per poi specializzarsi all’Università La Sapienza di Roma in Statistica Medica.

Dopo un’esperienza ai vertici di alcune strutture ospedaliere del capoluogo campano, è arrivato nella capitale come direttore sanitario del Policlinico Umberto I. Ha lavorato presso l’Istituto Regina Elena, il San Gallicano e diverse Asl romane prima di approdare all’ospedale Spallanzani l’1 gennaio 2020 come direttore sanitario, diventando uno dei volti più noti durante la pandemia Covid-19. Agli inizi del 2021 Vaia è stato nominato direttore generale facente funzioni, incassando nel 2022 (non senza qualche polemica) la nomina a direttore generale per 3 anni.

A luglio 2023, è stato nominato direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. Secondo quanto riportato da ‘La Repubblica’, Vaia è sempre stato una figura divisiva al dicastero, dove è arrivato nonostante il ministro Orazio Schillaci non fosse convinto. Godeva però della fiducia di gran parte del Governo, a partire dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

A far calare la sua popolarità all’interno del Governo, oltre alle numerose ospitate tv, è stata la bozza del nuovo Piano pandemico, che non è piaciuta alla maggioranza perché prevedeva più o meno le stesse misure messe in atto dall’esecutivo precedente, molto criticate soprattutto da Fratelli d’Italia.