Maturità, con la pandemia del Covid-19 i voti sono aumentati
Con la pandemia del Covid-19 sono aumentati i voti all'esame di Maturità: crescono i 100 ed i 100 e lode e diminuiscono le votazioni tra 60 e 70
Dallo scorso anno la Maturità è tornata alla ‘normalità’. Tra il 2020 ed il 2022, infatti, a causa della pandemia del Covid-19, le regole dell’esame di Stato erano state riviste. Ed è proprio in questi ultimi anni che i voti alla Maturità sono aumentati rispetto al passato. Una tendenza che, seppur mitigata, si è riscontrata anche nel 2023. Tutti i dati.
- Con la pandemia aumentano i voti alla Maturità
- Come cambiano i voti alla Maturità in base alla scuola
- Come cambiano i voti alla Maturità tra le regioni
Con la pandemia aumentano i voti alla Maturità
La Maturità 2024 sta giungendo al termine. Dopo la prima e la seconda prova (e la terza per alcuni indirizzi di studio), i maturandi sono impegnati con l’ultimo step dell’esame, l’orale. Dal 2023 l’esame di Stato è tornato a seguire la consueta metodologia dopo la parentesi della pandemia, in cui i maturandi hanno dovuto affrontare solo la prova orale nel 2020 e 2021, e nel 2022 una seconda prova elaborata dalla commissione d’esame (dunque non aveva carattere nazionale).
Rispetto agli anni pre-pandemici, qualcosa è cambiato: i voti della Maturità, infatti, sono tendenzialmente aumentati in tutta Italia. Nel 2023 le valutazioni sono tornate a scendere, ma sono rimaste comunque più alte rispetto al passato.
Come segnalato da ‘Pagella Politica’, che ha rielaborato i dati del ministero dell’Istruzione, l’anno scorso il 10% degli studenti alla Maturità ha preso un voto pari a 100 o 100 e lode. Negli anni prima della pandemia, questa percentuale si aggirava intorno al 7%. Nel 2020, anno di diffusione del Covid-19, ha preso il massimo dei voti il 12% dei maturandi, nel 2021 il 17% e nel 2022 il 13%.
Inoltre, negli ultimi 3 anni è aumentata anche la percentuale degli studenti che ha preso un voto tra 91 e 99: era pari al 10% nel 2019, è salita al 16% nel 2020 e nel 2021, nel 2022 è stata pari al 15% e lo scorso anno è scesa al 12% (+2% rispetto al 2019).
Al contempo, tra il 2020 ed il 2023 è diminuita anche la quota di studenti che ha preso una votazione tra 60 e 70. Nel 2019 la percentuale era pari al 38% (più di 1 su 3), scesa al 26% nel 2020 e al 23% nel 2021. La quota è leggermente salita nel 2022 (24%), per poi crescere in modo più sostanzioso nel 2023 al 31%, senza comunque raggiungere i livelli pre-pandemici (-7% rispetto al 2019).
Se è vero che i voti della Maturità sono aumentati in tutta Italia negli ultimi anni, è vero anche che si evidenziano significative differenze tra tipi di scuola e tra le regioni.
Come cambiano i voti alla Maturità in base alla scuola
Guardando alle medie dei voti ottenuti dagli studenti alla Maturità tra il 2019 ed il 2023, sono i liceali ad avere avuto le performance migliori. In media, il 17% dei maturandi dei licei (24% al Liceo classico e 20% al Liceo scientifico) ha preso 100 o 100 e lode, contro l’8% degli istituti tecnici ed il 6% dei professionali. Stessa cosa vale per la fascia di voto tra il 90 ed il 99, raggiunta dal 16% degli studenti dei licei (20% classico e 17% scientifico), dall’11% di coloro che si sono diplomati negli istituti tecnici e dal 10% di chi si è maturato al professionale.
Al contrario, le fasce di voto più basse, tra il 60 ed il 70, vanno per la maggiore nei professionali (media 38%) e nei tecnici (media 36%). La percentuale cala di molto se si osservano i licei, dove è pari al 20% (18% allo scientifico e 12% al classico).
Come cambiano i voti alla Maturità tra le regioni
Oltre a quelle riscontrate tra le tipologie di scuole, si osservano differenze significative nella distribuzione territoriale dei voti della Maturità. Per esempio, tra il 2019 ed il 2023 i diplomati con 100 e 100 e lode sono molto più diffusi nelle regioni meridionali, Calabria in primis, dove in media hanno ottenuto il risultato massimo all’esame di Stato oltre il 17% degli studenti. Una percentuale più che doppia rispetto a quella della Lombardia e quasi 3 volte superiore a quella della Valle d’Aosta.
Nel primato 100 e 100 e lode alla Maturità, la Calabria è seguita da Sicilia, Puglia e Umbria, in dove la percentuale resta sopra al 15%. Tra le regioni con le più basse quote di studenti che hanno ottenuto il massimo dei voti all’esame di Stato negli ultimi 5 anni troviamo le già citate Valle d’Aosta (6,2%) e Lombardia (8%).
Ecco di seguito la distribuzione dei voti alla Maturità regione per regione. I dati riportati, in ordine decrescente, rappresentano la media dei voti ottenuta dagli studenti agli esami di Stato tra il 2019 ed il 2023.
- Calabria 17,4%
- Puglia 16,3%;
- Umbria 15,2%
- Sicilia 15%
- Marche 13,2%
- Basilicata 13,1%
- Abruzzo e Molise 12,9%
- Campania 12,8%
- Lazio 11,7%
- Sardegna 11,2%
- Liguria 10,5%
- Toscana 10,4%
- Emilia Romagna 10%
- Veneto 9,7%
- Friuli Venezia Giulia 9,3%
- Piemonte 9,2%
- Trentino Alto Adige 9%
- Lombardia 8%
- Valle d’Aosta 6,2%
Come sottolineato da ‘Pagella Politica’, “il confronto dei voti tra le regioni va preso con cautela dato che le valutazioni delle prove non sono standardizzate e dipendono in parte dalla discrezionalità dei professori”. I risultati alla Maturità, infatti, “contrastano” con quelli delle prove Invalsi, i test scritti standardizzati che misurano alcune competenze specifiche in italiano, matematica e inglese. Gli Invalsi degli studenti di quinta superiore evidenziano in media risultati più alti nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Sud.