Studiare in poco tempo Fonte foto: 123RF
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Come studiare tanto e bene in poco tempo

Consigli utili per chi deve studiare molto e riuscirci al meglio in poco tempo. Ecco i metodi da seguire

Luca Incoronato

Luca Incoronato

GIORNALISTA PUBBLICISTA E COPYWRITER

Giornalista pubblicista ed esperto Copywriter, amante della scrittura in tutti i suoi aspetti. Curioso per natura, adoro scoprire cose nuove e sperimentarle in prima persona. Non mi fermo mai alle apparenze, così come alla prima risposta, nel lavoro come nella vita.

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La programmazione dello studio non prosegue sempre nel migliore dei modi, così come vorremmo. Ci si ritrova infatti a fare i conti con imprevisti di vario genere, interruzioni e stanchezza fisica e mentale. Ecco i motivi principali che costringono gli studenti a cimentarsi in delle vere e proprie maratone, che costringono a porsi un interrogativo tanto comune: come studiare in poco tempo.

Sappiamo che all’esame mancano ormai pochi giorni, e quindi un numero esiguo di ore utilizzabili. L’ansia preme e il panico inizia a farsi strada. Iniziamo col dire che metodi miracolosi non esistono e che ovviamente un intero esame non si può preparare in maniera corretta in due giorni. Si possono avere le basi per fronteggiare una sfida del genere se la materia ci appassiona e vogliamo tentare l’assalto a un 18/20, ma è davvero complesso riuscire a ottenere altro, partendo da zero.

Differente il discorso, invece, quando si parla di accelerare i tempi della preparazione finale di un esame. In questo caso si è alla ricerca di un modo per studiare bene e in poco tempo, poggiandosi però su una base solida, quella di un lavoro precedentemente svolto. Di seguito spieghiamo in che modo impostare questa mini maratona di studio "matto e disperatissimo", per citare Giacomo Leopardi, senza impazzire o perdere del tutto il sonno necessario per avere la lucidità di parlare dinanzi a un professore.

Come studiare in poco tempo

Come spesso accade nel mondo dello studio, la programmazione è la vera arma segreta da tener sempre a portata di mano. In questo caso, dovendo studiare molte pagine in pcoo tempo, e volendolo fare in maniera corretta e adeguata, la prima cosa a fare è eliminare tutto ciò che può essere ritenuto inutile. L’essenziale ha la precedenza ed è tutto ciò che conta davvero. Abbiamo una manciata di giorni davanti, non più mesi. È tempo di darsi una mossa, facendolo però in maniera intelligente.

Ponendosi in questa prospettiva, ci si ritroverà a stravolgere un concetto che molti ritengono alla base dello studio: la fretta è cattiva consigliera. Occorre sempre prendersi il tempo necessario ed evitare di fare programmi assurdi, che prevedano lo studio approfondito di tre libri in 7 giorni, ad esempio. In questo caso il poco tempo può diventare un alleato, se gli si consente di annullare quel senso di colpa che ci impedisce di lasciarci alle spalle determinate frazioni di testo che reputiamo inutili ai fini di una preparazione basica, bastevole a presentarsi all’esame o all’interrogazione.

Sappiamo che non vi è alternativa e così smettiamo di provare a studiare ogni cosa. Un discorso che risulta fondamentale soprattutto per coloro affetti da una costante ricerca di perfezione. Il tempo è ormai scaduto e non ha davvero senso provare la scalata fino in vetta. La tempesta è lì, la vediamo, quindi meglio trovare riparo su di un’altura intermedia, che possa garantirci di sopravvivere, ovvero avere buone chance di superare l’esame. Non solo occorre lasciarsi alle spalle determinati capitoli, ma anche quei fattori esterni che ci portano via tempo prezioso.

Passaggi da eliminare

Abbiamo detto che dei sacrifici sono obbligatori per poter studiare bene e in poco tempo una materia. Iniziamo col dire che l’indice può essere tralasciato. Si tratta di un extra che non possiamo permetterci, così come l’introduzione. Siamo ben consapevoli di non star aspirando alla lode. Lo stesso discorso vale per le costanti riletture che siamo soliti garantirci per essere davvero certi di risultare all’altezza di un esame, del quale magari siamo terrorizzati. Occorre studiare con attenzione, concentrandosi sulle parole lette, in modo da non dover ritornare su quel dato paragrafo o capitolo. Si studia con l’idea di far propri i concetti cardine al primo colpo. Si possono prendere appunti, memorizzando attraverso la scrittura, ad esempio, a seconda di quella che è la propria memoria specifica.

Se si è soliti armarsi di evidenziatori e sottolineare le parti che si ritengono cruciali, in questo caso non si può farlo. Manca il tempo materiale, dal momento che ciò prevede un ritorno su una determinata pagina, così da assimilarla al meglio grazie alla messa in evidenza dei punti cardine. Torniamo quindi al discorso della lettura unica. Banditi anche i riassunti. Abbiamo prima parlato di mettere nero su bianco alcuni elementi, ma unicamente come forma di memorizzazione. Un po’ come spiegare ad alta voce. Si tratta di una conferma data a se stessi di quanto appreso realmente. Un modo per evidenziare inoltre il fatto di poter spiegare certi argomenti. Ciò non vuol dire tornare a leggere quanto scritto. Precisiamo inoltre, come scrivere in questo caso non equivalga a schemi precisi e dettagliati. Ragioniamo sul fatto che quanto "creato" sia carta straccia. Il tempo delle mappe e schemi è ormai passato. Se il tempo è minimo, trascorrerlo in una sorta di fase preparatoria allo studio equivale a sprecarlo.

Consigli utili da ricordare

Passiamo ora all’aspetto pratico, quello dello studio vero e proprio. In questo caso andremo in direzione decisamente opposta a quelle generalmente indicate per trovare il giusto metodo di studio. Non ci si trova, infatti, in una condizione ideale per poter ragionare secondo schemi standard e preferibili.

Sconsigliata qualsiasi forma di programmazione su lungo periodo. Poco tempo a disposizione, il che vuol dire darsi da fare fin da subito, evitando qualsiasi operazione preventiva. Al massimo ci si può limitare a organizzare la singola giornata appena svegli, al mattino, iniziando preferibilmente la lettura del libro a partire dalle 7,30. Sfruttiamo al massimo la spinta che il cervello ha, generalmente, una volta svegli. Superata la fase in cui si odia il mondo, ci si renderà conto d’essere in grado di ragionare e apprendere in maniera ottimale rispetto ad altre fasi della giornata, come ad esempio la sera o la notte.

Ciò che occorre ricordare è questo mantra: studia, non pensare a studiare. Ciò vuol dire non provare a dividere la giornata in determinate ore, ipotizzando un certo numero di pagine studiare per capire se davvero si sia in grado di svolgere tutto e presentarsi all’esame. Questo è già tempo perso che non si riavrà indietro. Si tratta dell’ansia che prende possesso della mente, costringendo a trovare dei metodi per calmarsi, dandosi delle micro gratificazioni, magari attraverso programmi irrealistici. Da combattere la tentazione di schematizzare tutto il processo. Non è altro che una trappola ordita in maniera inconscia dal proprio cervello. Quasi certamente non si sarà in grado di rispettare quanto indicato, il che porterà a una delusione cocente e magari all’abbandono dello studio di questo dato esame.

Il secondo consiglio riguarda l’ascolto del proprio corpo e della mente. Se siamo giunti fino all’Università, vuol dire che abbiamo alle spalle un certo numero di anni trascorsi sui libri. Sappiamo perfettamente, se ci fermiamo a ragionare, in che modo possiamo rendere al meglio in fase di studio. Non siamo tutti uguali, è palese, anche quando si tratta della preparazione di un esame. Alcuni traggono giovamento da uno studio intermittente, cimentandosi per 10, 20 o 30 minuti, per poi concedersi una pausa rinfrescante. Altri, invece, necessitano di sessioni più lunghe, impiegando più tempo a concentrarsi in maniera profonda, entrando in quella fase in cui è chiaro l’aver trovato il giusto ritmo e i concetti vengono assimilati più rapidamente. Rinchiudersi in cicli di studio ben precisi, obbligandosi di fatto a staccare, anche quando si era in una fase positiva, solo perché qualcuno ha consigliato di farlo, può essere deleterio. Chi studia è in controllo e deve imparare ad ascoltarsi. Ciò vale tanto per una sessione così concentrata che in altre più rilassate e con maggior tempo dinanzi a sé.

Passiamo poi a un concetto tanto semplice quanto importante: dimenticare le parole del libro. Importante lasciarsi progressivamente i termini adoperati dall’autore, a meno che non siano tecnici e debbano essere appresi a memoria. Usare il proprio vocabolario aiuta a memorizzare più rapidamente. Il concetto è ciò che ci interessa, non apprenderlo attraverso le espressioni di un’altra persona, che non ha di certo utilizzato il modo più diretto d’esprimere un’idea. L’autore aveva un obiettivo diverso rispetto a quello dello studente, sia chiaro. Ripetere come un pappagallo quanto letto su quelle pagine non è d’aiuto. Occorre sempre rispettare il proprio modo di esprimersi, incastrando i concetti in questo ambito, senza adattare se stessi alle norme del volume. Ciò vuol dire effettuare un doppio sforzo mnemonico.

Come detto in precedenza, il modo in cui leggiamo un libro deve cambiare radicalmente. Il tempo scarseggia e così ci si deve cimentare fin da subito sui singoli paragrafi. Abbiamo bisogno dei contenuti, senza porci troppe domande preventive. Agiamo e basta. Occorre farlo però in maniera attenta, prestando più attenzione del solito, perché stavolta non ci sarà una parte II, un sequel. La lettura sarà unica e si andrà avanti. Facciamo in modo che valga davvero.

Evitare schemi, riassunti, mappe e sottolineature è davvero importante. Lo abbiamo già spiegato. Ciò è vero, però, quando questo lavoro viene svolto insieme con lo studio "matto e disperatissimo" nel quale ci si ritrova. Se invece si è in possesso di materiali che sintetizzano il libro in questione, ecco che tutto ciò si trasforma in una manna dal cielo. Che si tratti di un lavoro proprio o altrui, di riassunti frutto del proprio sudore o di una dispensa scaricata, ricevuta o acquistata, affidarsi a essa può rappresentare la chance ideale per dimezzare la preparazione di un esame.