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Perché si formano gli tsunami?

Gli tsunami sono dei fenomeni distruttivi che non lasciano scampo: l'origine e come riconoscerli.

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Con il termine giapponese tsunami viene indicato un moto ondoso particolarmente violento con onde che possono arrivare a un’altezza di 40 metri, investendo la terraferma. Si tratta di un fenomeno decisamente spaventoso che negli anni ha provocato devastazioni e morti, distruggendo intere comunità lungo le coste colpite.

Come si formano gli tsunami

Lo tsunami solitamente ha origine da un terremoto sottomarino. Il movimento presente nel fondale crea uno spostamento d’acqua che genera delle onde pronte a investire la terraferma con la loro forza. In diversi casi sono state registrate onde di altezza superiore ai 40 metri con una potenza distruttiva elevatissima. L’acqua che travolge le coste non lascia vie di scampo, investendo edifici e persone, radendo al suolo tutto ciò che trova lungo il suo cammino. Non solo terremoti sottomarini, gli tsunami hanno origine anche da altri fenomeni come le eruzioni o le frane sottomarine. Queste cause, nonostante siano meno frequenti, possono portare alla formazione di onde altissime.

La forza devastante e distruttiva dello tsunami

Lo tsunami è un fenomeno altamente distruttivo e che, dal solo nome, spaventa. Per comprendere la forza di queste onde basti pensare che può raggiungere una velocità di 700 km orari con un potenziale devastate che corrisponde all’altezza della colonna d’acqua sollevata. Dunque più il terremoto avviene in profondità nell’Oceano, più lo tsunami sarà violento. Un altro elemento da prendere in considerazione è la lunghezza delle onde che può arrivare a superare i 200 km, creando un vero e proprio muro d’acqua che non lascia scampo. Nel 2004, ad esempio, uno tsunami ha colpito Thailandia e Indonesia in seguito a un terremoto di grado 9.1 al largo dell’isola di Sumatra. Le onde che si sono abbattute sulla costa hanno causato 280 mila vittime, portando morte e devastazione e causando danni anche in Australia e nel Golfo del Bangala.

Si può prevedere l’arrivo dello tsunami?

Proprio come accade per i terremoti, gli tsunami non si possono prevedere. Correre ai ripari dunque è possibile solo dopo che si è verificata la scossa. Nelle zone in cui questi fenomeni si verificano con più frequenza, come le Hawaii o il Giappone, vengono spesso sfruttati degli strumenti di misurazione che consentono di allertare le autorità in caso di terremoti sottomarini e onde anomale. Tutto ciò comunque non è sufficiente. Se il terremoto avviene in prossimità della costa infatti lo tsunami impiega pochissimo tempo per arrivare alla terraferma e correre ai ripari risulta impossibile.

Come riconoscere uno tsunami

Come capire che uno tsunami sta arrivando? Per mettersi in salvo è fondamentale abbandonare immediatamente la costa appena si verificano alcuni fenomeni che possono presagire l’arrivo dello tsunami. Il segno più evidente è il risucchio delle acque che si muovono, in modo anomalo, verso il largo. Moltissimi testimoni che sono sopravvissuti a queste tragedie parlano di un vero e proprio "ritiro dell’acqua" che lascia scoperta gran parte della spiaggia. Un evento che si verifica qualche minuto prima dell’arrivo del muro d’acqua con la sua devastante violenza. In alcuni casi può verificarsi anche l’innalzamento, lento, ma costante, delle acque.