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Maturità 2024: i consigli del ministro dell'Istruzione Valditara

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha voluto dare dei consigli agli studenti in vista della Maturità 2024: cosa ha detto in un'intervista

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Nel suo intervento alla trasmissione radiofonica ‘Giù la maschera’ su Radio 1 Rai, Giuseppe Valditara non poteva non parlare di Maturità. A pochi giorni dall’inizio dell’esame di Stato 2024, il ministro dell’Istruzione e del Merito ha voluto dare dei consigli ai maturandi.

I consigli di Valditara ai maturandi 2024

“Un grande in bocca al lupo agli studenti che stanno per affrontare la Maturità”. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si è rivolto ai maturandi intervenendo a ‘Giù la maschera’, la trasmissione con Marcello Foa su Rai Radio 1, durante la puntata del 13 giugno intitolata “Scuola un anno dopo: cosa cambia davvero?”.

Oltre ad augurare buona fortuna, il ministro ha voluto dare alcuni suggerimenti agli studenti in vista della Maturità. Nel momento in cui si affronta l’esame serve “serenità“, ha detto Valditara. E ha proseguito: “Quello che è importante è l’elasticità di riflessione. Cosa vuol dire? Possedere ciò che gli anni di scuola vi hanno lasciato, aver capito e compreso, saper fare delle connessioni. Non il nozionismo, che non interessa alla nuova Maturità”, ha affermato il responsabile della scuola.

Più autorevolezza al ruolo degli insegnanti

La priorità della scuola italiana è quella di “ridare autorevolezza ai docenti“, ha detto il ministro durante l’intervista. Come? “Aumentando i loro stipendi”, ha proseguito, sottolineando che “in quasi 2 anni di incarico, le retribuzioni medie degli insegnanti sono aumentate“, e con il 2024 “cresceranno ulteriormente”, arrivando ad un più “300 euro all’anno” rispetto al passato.

Il ministro ha anche affrontato il tema degli insegnanti di sostegno e degli studenti con disabilità. In Italia sono circa “85mila gli insegnati di sostegno che non hanno la specializzazione. Abbiamo per questo avviato un percorso per garantirla”, ha specificato. La disabilità a scuola, infatti, è “un tema serio che abbiamo voluto affrontare in modo deciso – ha continuato -, consentendo alle famiglie di poter chiedere alla scuola, se il ragazzo con problemi veri di disabilità si è trovato bene con l’insegnante di sostegno, la continuità didattica. Perché per il ragazzo cambiare ogni anno l’insegnante di sostegno è un trauma notevole”.

La riforma della scuola

Sul lato delle riforme del comparto scuola, “da una parte abbiamo rafforzato gli istituti tecnico professionali e investito risorse importanti anche nello studio dell’inglese, perché questo è fondamentale – ha proseguito Valditara -, dall’altra parte non dobbiamo dimenticare le radici della nostra civiltà, i grandi valori. Penso per esempio alla buona fede, un valore fondamentale”. Ma anche ai “valori di umanità e di libertà che maturano nell’esperienza classica”. Per questo “dobbiamo riscoprire la storia” e “rivalorizzare la cultura classica” perché “un popolo senza identità, un popolo senza passato, non saprà neanche integrare chi arriva qua”.

Dispersione scolastica e studenti stranieri

“Abbiamo il dovere di includere i ragazzi che partono svantaggiati – ha continuato il ministro a ‘Giù la maschera’ -. La grande battaglia che abbiamo fatto è quella di aver investito 550 milioni di euro per Agenda Sud e Agenda Nord. Abbiamo scoperto che in alcune scuole della periferia di Milano c’è una dispersione scolastica superiore a quella della Campania“.

Parlando di abbandono scolastico, Valditara ha poi ricordato che “oltre il 30% dei ragazzi stranieri che si disperde, che non continua la scuola, che non riesce ad avere una formazione adeguata, vuol dire un terzo dei ragazzi stranieri che non ha futuro”. Allora, ha precisato, “accusare di razzismo chi invece vuole dare loro una conoscenza forte innanzitutto della lingua italiana, significa non aver capito nulla di democrazia e di inclusione. E questo è molto grave”, ha concluso Giuseppe Valditara.