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Sciopero scuola Fonte foto: iStock

Sciopero della scuola del 9 maggio contro test Invalsi: i motivi

I Cobas hanno indetto uno sciopero della scuola contro i test Invalsi (e non solo) per la giornata del 9 maggio 2024: i motivi della protesta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

È stato proclamato uno sciopero della scuola per giovedì 9 maggio 2024 contro i test Invalsi. Ecco quali sono i motivi della protesta.

Perché i Cobas hanno indetto uno sciopero contro i Test Invalsi

I Cobas (Comitati di base) hanno indetto uno sciopero per giovedì 9 maggio “scegliendo una giornata durante la quale nella scuola primaria si svolgeranno i dannosi, oltre che inutili, quiz Invalsi, che abbiamo contestato fin dalla loro prima introduzione anche negli altri ordini di scuola”, si legge su una nota del sindacato. Nella giornata del 9 maggio, infatti, sono previste le prove Invalsi di matematica per le classi seconde e quinte delle elementari.

“La puntuale analisi delle prove ci ha via via confermato quanto già affermavamo nel 2004, anno della loro istituzione – hanno proseguito i Cobas -. I rapporti Invalsi ogni anno ci restituiscono risultati sostanzialmente invariati e i divari tra il Nord e il Sud del Paese rimangono rilevanti. Ciò significa che 20 anni di rilevazioni non sono serviti a migliorare la didattica, a fronte di una spesa dello Stato di circa 300 milioni di euro (negli ultimi tempi circa 30 milioni l’anno)”.

Secondo i Cobas, il processo di valutazione va “ben al di là di prove standardizzate, decontestualizzate e pensate per risposte in velocità”. Inoltre, “le prove Invalsi hanno un potente effetto retroattivo: alle prove ‘ci si prepara’, e ore di buona didattica vengono sostituite da allenamenti ai test su libri venduti dalle case editrici per le quali le prove sono diventate un affare”. E, hanno aggiunto dal sindacato, “forti di queste convinzioni, riteniamo vieppiù inaccettabile la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti“.

Sciopero Cobas 9 maggio contro l’autonomia differenziata

La protesta proclamata dai Cobas per la giornata del 9 maggio non riguarda solo gli Invalsi, ma anche l’autonomia differenziata, da loro definita “un progetto altamente negativo che va bloccato”.

“Nel Parlamento italiano si decideranno anche le sorti della distruttiva, per la scuola e per varie altre strutture pubbliche, autonomia differenziata, contro la quale ci siamo battuti fin dalla sua prima ideazione”, riporta il comunicato dei Cobas. Per il sindacato, l’autonomia differenziata “porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e subordinerebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche ad essa esterne e estranee”. Perché? “Tutte le materie, oggi di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni, passerebbero a queste ultime, con la creazione di 20 sistemi scolastici diversi”, hanno puntualizzato i Cobas. E questo “aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico, le diseguaglianze sociali e la diversità di diritti tra i cittadini e le cittadine delle varie Regioni”.

Le motivazioni dello sciopero del 9 maggio 2024

Non solo Invalsi e autonomia differenziata. I Cobas hanno chiamato allo sciopero docenti e ATA nella giornata del 9 maggio anche per:

  • dire no “al taglio continuo delle scuole”;
  • chiedere la riduzione del numero di alunni e alunne per classe, “che renderebbe molto più agevole il lavoro docente e l’apprendimento degli studenti”;
  • bloccare la “divisione e gerarchizzazione dei docenti con la creazione di figure artificiali come il tutor e gli orientatori, con i relativi premi salariali per pochi, a cui contrapponiamo l’assoluta necessità di significativi aumenti salariali che almeno facciano recuperare a docenti ed ATA il loro livello economico tanto peggiorato negli ultimi anni”;
  • fermare “aberrazioni come la riduzione a 4 anni degli istituti tecnici e professionali o il grottesco Liceo Made in Italy“;
  • dire stop con il “precariato a vita”;
  • “esigere per gli ATA aumento degli organici, assunzione stabile dopo 2 anni di precariato e diritto d’assemblea”;
  • sostenere le “storiche richieste della scuola primaria e dell’infanzia per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di scuola;
  • “estendere e potenziare la scuola in carcere;
  • chiedere “rispetto delle differenze contro il sessismo e le fobie di genere, ed il pieno riconoscimento del lavoro dei docenti ‘inidonei'”;
  • protestare contro “il continuo mobbing di dirigenti e genitori su docenti e ATA”;
  • reclamare “l’aumento dell’organico per il sostegno” e in particolare la “stabilizzazione dei docenti già specializzati o specializzandi per le attività di sostegno agli studenti con disabilità“.