Valditara, allarme smartphone e giovani: "Storie raccapriccianti"
Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara lancia l'allarme su smartphone e giovani: "La Polizia postale mi racconta delle storie raccapriccianti"
Ospite della trasmissione ‘In altre parole’, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha parlato con il conduttore Massimo Gramellini del rapporto tra i giovani e gli smartphone, e ha lanciato l’allarme: “La Polizia postale mi racconta delle storie raccapriccianti“. Ecco cosa ha detto il titolare della scuola.
L’allarme di Valditara: “Storie raccapriccianti”
Giuseppe Valditara è stato ospitato a ‘In altre parole’, il programma di La7 condotto dal giornalista Massimo Gramellini. Durante l’intervista, il ministro dell’Istruzione ha dedicato un’ampia parentesi al rapporto tra i cellulari ed i giovani, parlando delle misure messe in campo per limitarne l’uso da parte dei più piccoli, come il divieto in vigore nelle scuole italiane fino alle medie.
Commentando la legge approvata dal Parlamento australiano, che ha vietato l’accesso ai social ai minori di 16 anni, Valditara ha sottolineato che “sono tanti i Paesi che stanno ragionando in questa direzione. Io ritengo che innanzitutto bisogna dialogare con i genitori e convincerli a non dare i cellulari ai bambini“.
Il ministro ha proseguito: “La ministra Roccella l’altro giorno ha comunicato dei dati impressionanti: i bambini a 6 anni vanno sui siti pornografici utilizzando lo smartphone. E ci vanno consapevolmente”. Non solo: “La Polizia postale mi racconta delle storie raccapriccianti, con bambini di 8-9 anni che finiscono nella rete della pedopornografia“.
Al di là di queste situazioni limite, “ci sono ormai tanti studi che dicono che l’utilizzo precoce del cellulare influisce negativamente sulla memoria, sulla concentrazione, sulla fantasia – ha evidenziato -. E addirittura l’Ocse ha calcolato che persino nella matematica l’utilizzo del cellulare porta dei rendimenti che sono inferiori rispetto all’uso del libro. Tanto è vero che in Paesi molto avanzati, come la Svezia, hanno deciso di vietare tutti gli strumenti digitali in favore del libro”.
Per tutte queste ragioni, “noi abbiamo deciso che sino a 14 anni a scuola non si può usare il cellulare“.
IA nelle scuole italiane per potenziare la didattica
Pur ribadendo il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola fino alle medie, Valditara ha chiarito che strumenti come tablet e computer non sono vietati, purché utilizzati per scopi didattici.
“Tutti gli studi dimostrano che il cellulare, da un punto di vista didattico, non serve un granché. Mentre il tablet e il computer sì”. Per questo, ha ripreso il ministro dell’Istruzione, “siamo stati tra i primi Paesi ad aver avviato una sperimentazione sull’Intelligenza artificiale” nelle scuole italiane che serve a “potenziare la didattica e l’apprendimento” degli studenti. “I risultati dei Paesi che hanno già avviato questa sperimentazione da qualche anno, come la Corea del Sud, sono molto incoraggianti”, ha aggiunto.
Il modello è attualmente sperimentato in 15 classi d’Italia tra Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia. “E tra l’altro – ancora Valditara – mi fa molto piacere che la prima scuola che si è offerta per la sperimentazione è un istituto di Palmi, in Calabria. E anche questo è un segnale di voglia di futuro e di cambiamento”.
Il ministro dell’Istruzione ha terminato il suo intervento ponendo l’accento sull’importanza di investire in tecnologie innovative per migliorare la didattica ma senza perdere mai di vista i rischi associati all’uso improprio dei dispositivi digitali da parte degli studenti. “È fondamentale guardare al futuro con responsabilità, garantendo un equilibrio tra innovazione e tutela dei nostri ragazzi”, ha concluso Giuseppe Valditara.