Salta al contenuto
Valditara Fonte foto: ANSA

Valditara: "Ripristiniamo l'autorità a scuola". Cosa significa

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha detto che bisogna "ripristinare il principio di autorità a scuola": cosa significa

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ripristiniamo l’autorità a scuola“. Lo ha detto Giuseppe Valditara in un incontro a Napoli. Che cosa significa per il ministro dell’Istruzione e del Merito.

Il principio di autorità a scuola (per Valditara)

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha tenuto un lungo intervento all’evento della Lega intitolato ‘Tutto un altro mondo, tutta un’altra sicurezza. La sfida della legalità’, che si è svolto a Napoli.

In apertura del discorso, il responsabile della scuola ha annunciato di aver firmato una circolare per vietare l’uso di asterischi e schwa (ə) nelle comunicazioni ufficiali degli istituti scolastici: “Oggi abbiamo ripristinato una regola importante nella lingua italiana, abbiamo ripristinato la cultura del rispetto”, ha affermato in merito.

Ha poi sottolineato l’importanza di “ripristinare il principio di autorità” all’interno delle scuole italiane. Dopo aver riportato alcuni casi di violenza nei confronti degli insegnanti da parte degli studenti, Valditara ha affermato: “Dobbiamo ripristinare nella nostra società l’autorevolezza dei docenti, ma anche il principio di autorità. E non dobbiamo avere paura di pronunciare questa parola che non ha niente a che vedere con l’autoritarismo”.

Il principio di autorità, ha proseguito, è un concetto che “è stato devastato e misconosciuto dal ’68 e dal ’77”. In realtà si tratta di “un principio sacrosanto che Anna Arendt diceva che è alla base della democrazia”.

E ancora: “Dobbiamo ripristinare una società in cui maestro e professore si scrivono con la M e con la P maiuscola, il signor maestro il signor professore, per rispetto verso chi si cura dei nostri figli”.

Le soluzioni di Valditara per ridare autorevolezza a prof e scuola

Accanto al principio di autorità, “bisogna ripristinare quello della responsabilità individuale”, ha aggiunto. Valditara ha sottolineato che “la colpa non è della società”, ma “innanzitutto è di chi sbaglia, di chi commette un reato, di chi prende a pugni un insegnante, di chi fa il bullo. Ecco perché ho voluto ridare valore e centralità alla condotta”, ha continuato il ministro spiegando che con la riforma, il voto sul comportamento fa media, incide sulla Maturità e può portare al non superamento dell’anno scolastico con un giudizio inferiore a 6/10.

Con la legge sul voto in condotta, è stato rivisto anche l’istituto della sospensione. Da “premio” quale era prima, quando gli studenti sospesi potevano “stare casa, magari a giocare alla PlayStation o a pallone con gli amici”, ora è diventata “più scuola e più cittadinanza solidale”. Dunque un’occasione per “capire cos’è la solidarietà, che cosa significa il lavorare per l’altro”.

Valditara ha proseguito: “Io credo che sia vergognoso che aumentino le aggressioni nei confronti del personale della scuola. Ecco perché ho voluto innanzitutto una sanzione di carattere pecuniario, perché toccare nel portafoglio è la sanzione più efficace: da 500 a 10mila euro a vantaggio della scuola nei confronti di chi metta le mani addosso al personale scolastico”.

Il ministro ha anche parlato dell’importanza di misure più severe, come l’arresto in flagranza per chi aggredisce un insegnante, “perché è ora di farla finita con quel garantismo che dice ‘vabbè’. L’arresto in flagranza è una misura forte, è una misura immediata”.

Infine, Giuseppe Valditara ha detto che “bisogna riaffermare il principio del chi rompe paga“, riferendosi ad alcuni casi di danneggiamento alle strutture scolastiche durante le occupazioni. “Milioni di euro vengono buttati via perché durante le occupazioni qualche teppista si diverte a sfasciare la scuola”, ha detto. La sua posizione è netta: “Innanzitutto vanno individuati i responsabili perché le loro famiglie devono pagare, altrimenti paghiamo tutti noi”.