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Perché le moto Bmw sono dette 'mucche'?

Le moto Bmw sono denominate anche "mucche": perché si usa questo particolare soprannome e da dove deriva.

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Amatissime in tutto il mondo e orgoglio degli appassionati delle due ruote, le moto Bmw sono anche denominate "mucche" o "mukke". Un soprannome molto particolare che solo pochi conoscono e di cui la maggioranza delle persone ignorano il significato.

Perché le moto Bmw sono dette mucche

Il termine mucche deriva dal tedesco "gummy-kuh", ossia "mucca di gomma". Questa parola veniva utilizzata per indicare il toro meccanico, gioco molto comune nelle feste e nelle fiere. Perché nel corso degli anni è stato associato alle moto Bmw? Semplicemente perché quando uscirono i primissimi G/S monolever avevano un movimento posteriore di alzamento molo simile a quello dei tori meccanici. Da quel momento le moto iniziarono ad essere chiamate "mukke" o "mucche".

La storia delle moto Bmw

Bmw significa Beyerishe Motoren Werke, ossia "fabbrica bavarese di motori". Inizialmente l’azienda, fondata nel 1916, creava motori per aerei. Nel 1922 la produzione venne convertita e gli impianti iniziarono a ideare i freni dei treni, cambiando nome. Nello stesso anno Bmw venne adottato come marchio dalla Beyerishe Flugzeuwerke AG che in seguito farà coincidere il proprio anno di fondazione – il 1917 – con quello della casa motociclistica.

Il primissimo motore Bmw venne creato nel 1920. Aveva 500 cm3 di cilindrata ed era stato montato su una moto del marchio Victoria. Un anno dopo i tecnici idearono una moto interamente Bmw, mentre nel 1923 venne avviata la produzione vera e propria. La R32, lanciata sul mercato, ottenne immediatamente un grande successo, spingendo l’azienda ad aumentare la costruzione di modelli. Nel 1925 venne ideata la R37, una moto sportiva e pensata per le competizioni. Ne vennero prodotti solo 152 esemplari e ancora oggi questa moto è un piccolo gioiello per i collezionisti.

In quegli anni la casa bavarese iniziò a espandersi, producendo moto con cilindrate piccole o grandi. Già all’epoca le Bmw erano moto esclusive, dedicate a veri appassionati, tanto che la produzione si aggirava intorno a 5 mila esemplari, un numero inferiore rispetto agli altri marchi. Con lo scoppio della crisi del ’29 anche la società subì un grave contraccolpo. I vertici decisero di iniziare a vendere a rate i prodotti e per non arrestare i macchinari furono assemblati anche i veicoli. La Bmw riuscì a resistere alla crisi economica, ma con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la situazione peggiorò. Nel 1914 la produzione di moto e auto cessò per lasciare spazio al modello militare. L’unica eccezione? La R12 in versione sidecar.

Alla fine del conflitto mondiale alla Germania venne imposto un blocco nella produzione di moto con cilindrata superiore a 250cm3. Un blocco che durerà sino al 1949, ma solamente nel 1955 la Bmw deciderà di ripartire, rinnovando completamente la gamma. Poco dopo, forte del grande successo di vendite, l’azienda sbarcherà nel mercato statunitense con nuovi modelli. Fra gli anni Sessanta e Settanta per il settore motociclistico arrivò un periodo di profonda crisi. La diffusione delle utilitarie, più economiche e comode, cominciò a soppiantare l’uso delle due ruote come mezzo di trasporto per eccellenza. Per reagire alle difficoltà la Bmw lanciò una nuovissima serie: la Serie 5, conquistando il comparto delle moto turistiche e affidabili.

Il 1 gennaio del 1967, la parte motociclistica venne scorporata dall’azienda madre e venne fondata la BMW Motorrad Gmbh. Il cambiamento conferì una grande indipendenza finanziaria e operativa alla società, riuscendo a contrastare il successo delle case giapponesi. Alla fine degli anni Settanta iniziò dunque un periodo di rinascita con la creazione di motori avveniristici, poco inquinanti e con alte prestazioni. Negli anni Novanta la Bmw dimostrò ancora una volta la sua forza, creando moto sempre più belle e sicure, perfette per la città, ma anche per le gite fuoristrada.