I giovani e il lavoro nel discorso di fine anno di Mattarella
Il 31 dicembre è il giorno del discorso di fine anno del presidente Mattarella: tra i temi del suo intervento non mancheranno i giovani e il lavoro
Sono numerosi l’italiani che il 31 dicembre, alle 20.30, seguono il consueto discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Quello del 2024 sarà il decimo di Sergio Mattarella. Nei suoi interventi della serata di San Silvestro, il capo dello Stato ha sempre dato ampio spazio ai temi dei giovani e del lavoro. E, senza dubbio, lo farà anche questa volta.
- Mattarella e il discorso di fine anno: dai giovani al lavoro
- Lavoro all'estero: i dati sui giovani italiani
Mattarella e il discorso di fine anno: dai giovani al lavoro
Chiari, diretti, alle volte severi ma anche rassicuranti. Sono i tratti distintivi dei nove discorsi di fine anno che Sergio Mattarella ha tenuto da quando è presidente della Repubblica, e che sicuramente caratterizzeranno anche quello del 31 dicembre 2024. L’intervento del capo dello Stato andrà in onda la sera di San Silvestro alle 20.30 a reti unificate, e proporrà vari spunti di riflessione.
Gli argomenti che toccherà sono in parte prevedibili. C’è la pace, viste le guerre in atto in Ucraina e in Medio Oriente, ma anche l’importanza alla partecipazione alla vita pubblica, visti gli alti tassi di astensionismo registrati in ogni elezione.
Tra questi non mancheranno il tema del lavoro, dal precariato alle morti bianche, e quello dei giovani, con un possibile focus sui numerosi episodi di violenza che si sono succeduti durante il 2024 e che hanno visto protagonisti ragazzi e ragazze.
Due ambiti, quello del lavoro e dei giovani, ancora troppo spesso collegati in senso negativo: da una parte c’è la disoccupazione giovanile e il fenomeno dei Neet (Not in education, employment or training); dall’altra cresce il numero di ragazze e ragazzi che decidono di lasciare l’Italia per trovare nuove opportunità all’estero.
Lavoro all’estero: i dati sui giovani italiani
Come ogni anno, anche nel 2024 sono stati pubblicati numerosi studi sugli italiani che emigrano all’estero, come il XXVI Rapporto AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario che valuta le performance di studio e gli sbocchi lavorativi dei laureati.
L’indagine, presentata a giugno, ha sottolineato che circa il 70% dei laureati italiani che lavorano fuori dai confini nazionali non vuole rientrare.
“I motivi che spingono i laureati a trasferirsi all’estero sono da ricercarsi, prevalentemente, nelle migliori opportunità offerte all’estero, soprattutto in termini di retribuzioni e prospettive di carriera”, hanno sottolineato da AlmaLaurea.
Tra chi è occupato all’estero, infatti, “si riscontra una maggiore soddisfazione”, sia a 1 che a 5 anni dalla laurea, e, “seppur con diverse intensità, ciò risulta confermato per tutti gli aspetti del lavoro analizzati (con la sola eccezione per l’utilità sociale dell’impiego)”.
In particolare, a 5 anni dalla laurea le differenze più consistenti riguardano:
- le opportunità di contatti con l’estero;
- le prospettive di guadagno e quelle di carriera;
- la flessibilità dell’orario di lavoro;
- il prestigio che si riceve dal lavoro;
- l’acquisizione di professionalità;
- il tempo libero.
Non solo laureati. Secondo un sondaggio condotto da Ipsos per la Fondazione Raffaele Barletta pubblicato a luglio scorso, più di un giovane italiano su 3 (35%) vuole andare via dall’Italia per avere migliori opportunità lavorative e stipendi più alti. Per un lavoro più gratificante, addirittura l’85% degli italiani tra i 18 ed i 30 anni mette in conto la possibilità di trasferirsi lontano da casa.
Anche i più piccoli vogliono lasciare l’Italia. Come si legge sull’ultimo rapporto Istat sui bisogni, aspirazioni e necessità dei ragazzi italiani tra gli 11 ed i 19 anni, rispetto al passato la percentuale degli adolescenti che desiderano abitare all’estero è in crescita, arrivando al 34% a fine 2023.