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Denuncia Fonte foto: iStock

Palermo, genitori islamici le vietano di studiare: lei denuncia

Vuole studiare e fare la Maturità ma i genitori, islamici, glielo vietano, così si rifugia a scuola e li denuncia: il caso in provincia di Palermo

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

I genitori, islamici, le vietano di studiare. Ma lei vuole completare gli studi, fare l’esame di Maturità e andare all’università, così si rifugia a scuola e li denuncia. È successo in provincia di Palermo.

Denuncia i genitori che le vietano di studiare

Una ragazza in provincia di Palermo ha denunciato i genitori, di fede islamica, che le volevano impedire di studiare. Ne dà notizia ‘La Repubblica’. Per tutti gli anni del liceo, i genitori avrebbero osteggiato la figlia ed il suo desiderio di diplomarsi per poi iscriversi all’università.

A fine maggio, a poche settimane della Maturità, la giovane è scappata di casa per poter sostenere l’esame. Per settimane ha vissuto ospite di amici o in sistemazioni di fortuna per poter continuare ad andare a scuola. La situazione è precipitata il giorno della prima prova scritta, quando a scuola si sono presentati i genitori per impedirle di sostenere l’esame.

La ragazza si è così rifugiata nella scuola, ed il dirigente scolastico ha immediatamente chiamato i Carabinieri, che hanno atteso il completamento della prova dopo di che l’hanno e portata in caserma, dove ha denunciato i suoi genitori.

La denuncia della studentessa

La studentessa ha raccontato come i genitori le imponessero di seguire i dettami della religione islamica che, a loro dire, non consentiva alle donne di avere un’istruzione.

Con la denuncia della ragazza è scattato il protocollo del codice rosso con un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento alla figlia per il reato di maltrattamenti in famiglia. Da quanto riporta ‘La Repubblica’, gli accertamenti dei Carabinieri avrebbero confermato le parole della vittima tracciando un quadro di sopraffazioni e abusi subiti già prima dei 14 anni.

Il gip ha anche disposto anche il braccialetto elettronico a entrambi i genitori per impedire che entrino in contatto con la figlia, accolta in una struttura protetta.

“L’Islam non c’entra nulla”

La religione musulmana con il divieto di studiare per le donne “non c’entra nulla”. A parlare è Sabina Islam, nata a Palermo e cresciuta in una famiglia musulmana, che ha raccontato la sua storia a ‘La Repubblica’.

“I miei genitori non mi hanno cresciuta in questo modo – ha affermato -. Ci possono essere famiglie con la mentalità molto chiusa che pensano magari che le ragazze non possano avere un futuro indipendente, ma questo non c’entra con la religione. Bisogna approfondire l’Islam per comprendere”, ha spiegato. I suoi genitori hanno fatto di tutto per far studiare lei ed i suoi fratelli. La giovane, 32 anni e madre di 3 figli, si è diplomata al liceo Classico, nel 2019 si è laureata in Economia a Londra e oggi gestisce la contabilità di un’agenzia immobiliare.

“I miei genitori non mi hanno mai impedito di studiare – ha proseguito -. Semmai mi hanno sempre detto che dovevo diventare qualcuno, avere un futuro migliore del loro che hanno lavorato per una vita come collaboratori domestici, di dimostrare che anche chi ha un background migratorio può raggiungere alti livelli nella formazione e nel lavoro”.

“Io ce l’ho fatta – ha sottolineato Sabina Islam – e anche i miei fratelli: mia sorella si è laureata in Scienze infermieristiche, mio fratello in Informatica“.

E sull’Islam, ha aggiunto: “è una questione di mentalità della singola famiglia, non della religione. In alcune famiglie molto chiuse si pensa che la donna dopo i 18 anni debba pensare a sposarsi e a costruire una famiglia, e che non possa farcela con le sue forze continuando a studiare e trovando un’occupazione”.

Un messaggio per le donne

Da qui il suo messaggio rivolto alle donne: “Alle ragazze che si arrendono ad una mentalità che impedisce loro di realizzarsi direi di non rassegnarsi, di essere sanamente egoiste e di pensare al loro futuro. Di essere forti, di lottare sempre per i propri progetti e desideri. Ci sono ragazze che possono essere vessate e intimidite in qualsiasi cultura, religione o Paese del mondo. Nessuna di loro deve rassegnarsi a questo”, ha concluso Sabina Islam.