Come sarà l'esame di Maturità 2025
L'esame di Stato 2024 sta per concludersi e sale la curiosità degli studenti su come sarà strutturata la Maturità 2025: ecco cosa c'è da sapere
La Maturità 2024 sta giungendo al termine, ma cosa sappiamo su quello 2025? Ecco come sarà l’esame di Stato il prossimo anno.
Come sarà la Maturità 2025
La fine della Maturità segna l’effettiva conclusione dell’anno scolastico. Gli studenti torneranno tra i banchi di scuola a settembre, e tra questi ci saranno anche coloro che dovranno affrontare l’esame di Stato nel 2025. Ma cosa si sa sulla prossima Maturità?
Nei primi giorni di agosto, il ministero dell’Istruzione e del Merito renderà note le date della Maturità 2025. Per quanto riguarda le modalità di svolgimento, è probabile che non subiranno alcuna variazione rispetto al 2024, come ha anticipato il ministro Giuseppe Valditara alla vigilia dell’esame di quest’anno.
Se rimanesse tutto invariato, anche l’esame 2025 sarebbe composto da:
- 2 prove scritte a carattere nazionale (italiano e materia di indirizzo);
- una terza prova per alcuni istituti specifici;
- l’orale.
Anche il sistema di valutazione non dovrebbe essere soggetto a modifiche: voto in centesimi e valutazione complessiva così composta:
- credito scolastico, il punteggio che i docenti della scuola superiore, durante il consiglio di classe, assegnano nello scrutinio finale degli ultimi 3 anni ad ogni studente (il punteggio massimo nel triennio è di 40 punti);
- 20 punti massimi alla prima prova della Maturità, il tema di italiano;
- 20 punti massimi alla seconda prova;
- 20 punti massimi al colloquio;
- 5 punti extra in caso di merito, valutato dalla commissione esaminatrice.
Per quanto riguarda i requisiti di accesso alla Maturità, se non ci fosse alcuna modifica resterebbe in vigore quanto previsto dalla Buona scuola bis: con l’ultima riforma del comparto Istruzione si può essere ammessi all’esame di Stato con qualche insufficienza.
Se tutto rimanesse invariato, i Test Invalsi continuerebbero a rappresentare requisito di ammissione all’esame di Stato, al contrario dei PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, l’ex alternanza scuola-lavoro).
La proposta di riforma
A proposito della Maturità 2025, il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani (Cnddu) ha proposto una vera e propria rivoluzione per l’esame di Stato: la digitalizzazione delle prove scritte.
“In funzione della dematerializzazione di molte attività didattiche – hanno spiegato dal coordinamento – riteniamo ormai necessario procedere in tal senso anche per quanto riguarda le prove scritte degli esami di Stato. Risparmiare l’uso della carta e abituare sempre più gli studenti a utilizzare la tecnologia nel modo più appropriato, considerando che ormai molti concorsi pubblici sono svolti in modalità digitale, costituirebbero scelte funzionali alla tutela ambientale e all’incremento delle competenze digitali di cittadinanza, ormai imprescindibili per muoversi correttamente nella società odierna”.
Una riforma del genere, hanno proseguito dal Cnddu, “costituirebbe una svolta epocale nel settore Istruzione e inserirebbe l’Italia tra i Paesi più innovativi rispetto all’utilizzazione e gestione delle Tic (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione)”.
Inoltre, hanno aggiunto, “il risparmio di spesa potrebbe essere utilizzato per la retribuzione dei docenti impegnati nell’esame di Stato indipendentemente dal ruolo (membro interno /esterno) e dal contratto (contratto a tempo indeterminato / determinato su spezzone orario)”.
Il coordinamento docenti ha presentato questa proposta al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Invitiamo il ministro a valutare la proposta in oggetto per avviare tutta una serie di cambiamenti sostanziali nell’attuale organizzazione del sistema Istruzione”. Il Cnddu, hanno assicurato, “ribadisce la propria disponibilità a partecipare attivamente a tale percorso”.